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Enclave americana fra Pisa e Livorno: Camp Darby

(06/03/2015)

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Camp Darby nasce nel 1951 quando Italia concede agli USA una parte della pineta fra Pisa e Livorno per costruire una base militare e trasferire le truppe che dal 1945 stanziavano a Viareggio e Livorno. Mia zia si ricorda ancora delle raccomandazioni dei suoi genitori spaventati dalla possibilità che i soldati potessero notarla. Tutta l’area costiera era pure stata interessata da pesanti bombardamenti da parte degli alleati che avevano preso di mira non solo le infrastrutture ma spesso i civili, che morirono a migliaia.

Da allora la pineta diventa un pezzo di territorio non più accessibile ai comuni cittadini italiani. Nemmeno l’autorità civile ha là alcun potere; di fatto è parte del territorio USA. Anche al di fuori di essa gli americani di stanza nella base hanno un trattamento preferenziale. Ricordo che pochi anni fa un amico fu tamponato vicino a Tirrenia e che per gli accertamenti del caso ha dovuto attendere la polizia del campo perché il soldato non voleva i vigili urbani.

Negli anni successivi le notizie sul campo e le attività qua svoltevi sono state molte, come pure le monifestazioni dei pacifisti soprattutto nei momenti di guerra in Iraq. Per fare alcuni esempi ricordiamo che le munizioni usate in Iraq nel 1991 e in Serbia nel 1999 provenivano quasi interamente da qua. Anche per la guerra libica del 2011 molte munizioni sono da qua partite. All’epoca ho personalmente visto decollare decine di C130 giornalmente. A domanda precisa, il sindaco Filippeschi dichiarò che i C130 non portavano bombe, perché quelle viaggiavano via ferrovia. Viareggio e la sua stazione distano appena 25 km da qua!

Si diceva inoltre che negli anni ’70 fosse stata la base strategica di Gladio/StayBehind. Cosa poi confermata dalle indagini del giudice Casson. Indagini successive di Mastelloni hanno poi provato che persino delle testate nucleari siano state qua a lungo conservate. E forse tuttora se ne potrebbero trovare nei vari bunker invisibili dall’alto, unica via di accesso visivo a questa grande area.

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Molto recentemente è apparsa la notizia di un ridimensionamento dell’area. Prima si parla di un dimezzamento, poi in realtà della dismissione di circa 6 ettari su di un totale di 809. Un gruppo di studenti di Scienze per la Pace sta organizzandosi per cercare di ottenere  che questi ettari vengano resi disponibili al pubblico e non restituiti al ministero della difesa italiano. Comunque si tratta di poca cosa.

Anche il personale civile italiano, spesso preso come fringe benefit del campo, è stato progressivamente ridotto. Nell’estate scorsa dopo varie proteste i licenziati hanno trovato collocamento nei tribunali. Per i nuovi disagi, è previsto infatti un ulteriore riduzione di personale, il comando si è impegnato ad aiutare il più possibile. Trattamento che non tocca ad altri dipendenti della PA come quelli della Provincia. Del resto nel Nuovo Modello di Difesa del 1991, a seguito della caduta dell’URSS e della riorganizzazione della NATO, già si prevedeva per i dipendenti dell’esercito italiano una serie di corsie preferenziali per rilocazione nella PA. Questo per incoraggiare l’arruolamento nell’esercito professionale che doveva sostituire quello di leva (avremo modo di riparlarne).

Camp Darby in realtà non verrà depotenziato e grazie all’ammodernamento delle infrastrutture circostanti potrà essere ancor di più un punto nevralgico per gli scenari di guerra che si sono aperti nel mediterraneo e oltre. Un Hub militare sta infatti nascendo nell’aeroporto Galilei, esso stesso militare anche se a prevalente uso civile e con una pista a breve distanza dalle abitazioni civili e alla stazione ferroviaria. Inoltre un canale di collegamento con il porto di Livorno è stato ampliato per permettere il passaggio contemporaneo di chiatte in direzione opposta contemporaneamente. Da ricordare che nell’incidente della Moby Prince, era presente in rada una nave sospetta sulla quale probabilmente viaggiavano armi in direzione Corno d’Africa.

Così l’esercito americano potrà continuare a mantenere in piedi la Torre pendente!

(FD)

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