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DIFENDERE I DIRITTI UMANI NEL SAHARA OCCIDENTALE (COMUNICATO STAMPA)

cartina del Sahara Occidentale

cartina del Sahara Occidentale

Roma, 12 marzo 2014

Una petizione ai membri del Consiglio di Sicurezza e al Segretario generale dell’Onu perché i caschi blu nel Sahara Occidentale (Minurso) siano autorizzati alla protezione dei diritti umani della popolazione sahrawi. Questa è la conclusione della Conferenza stampa tenuta oggi al Senato dall’Intergruppo parlamentare di amicizia con il popolo sahrawi e dall’Associazione nazionale di solidarietà con il popolo sahrawi (ANSPS).

Il sen. Stefano Vaccari, presidente dell’Intergruppo, ha ricordato a questo proposito la mozione depositata al Senato, ed in attesa di discussione, per impegnare il governo ad agire nelle opportune sedi internazionali per un risultato immediato sul piano dei diritti umani, poiché entro la fine di aprile il Consiglio di Sicurezza dovrà discutere del rinnovo della missione e l’eventuale estensione del mandato, e soprattutto per una soluzione definitiva del conflitto tra Marocco e Fronte Polisario.

Fatima Mahfud, a nome della Rappresentanza del Polisario in Italia, ha evidenziato la passività dell’Onu nel caso del Sahara Occidentale a differenza di altri conflitti che hanno trovato una soluzione. Si tratta di una mancanza di volontà incomprensibile ai sahrawi i quali, proprio in queste ore, continuano la loro mobilitazione. Il portavoce di Amnesty International, Riccardo Noury, ha sottolineato le ragioni dell’urgenza di dotare la Minurso, insieme ad altri organismi dell’Onu, del potere di intervento sulle violazioni dei diritti umani. Da una parte nei Territori Occupati c’è una forte incidenza della tortura, mentre dall’altra i meccanismi messi in opera dal Marocco si sono rivelati insufficienti ad assicurare alla giustizia i responsabili di gravi violazioni. L’avv. Francesca Doria, osservatrice internazionale nei processi contro gli attivisti sahrawi, ha testimoniato del clima di intimidazione che si respira nei processi, oltre alla violazione del diritto alla difesa. Ciò non ha fatto venire meno la resistenza pacifica, benché le mobilitazioni nei Territori Occupati, il giorno 15 di ogni mese per reclamare l’ampliamento del mandato della Minurso, si concludano immancabilmente con una violenta repressione da parte delle autorità marocchine.

Sara Di Lello, vicepresidente di Africa 70, Ong di cooperazione, ha evidenziato il peso finanziario della situazione attuale. La Minurso è costata finora oltre un miliardo di dollari, senza portare a termine il compito di organizzare il referendum di autodeterminazione. D’altro canto l’emergenza umanitaria nei campi profughi si scontra con la riduzione delle risorse finanziarie messe a disposizione dalle agenzie internazionali e dai governi, mentre i bisogni non si riducono certo, anzi si sono via via diversificati. Il presidente dell’ANSPS Luciano Ardesi ha sottolineato come la Minurso sia l’unica missione di pace dell’Onu priva del mandato di proteggere i diritti umani, ed ha respinto le motivazioni sostenute dal Marocco e dalla Francia, che minaccia il diritto di veto nel Consiglio, circa la capacità del governo di Rabat di rispettare le libertà fondamentali nei Territori Occupati. Per questo motivo la campagna per dotare i caschi blu di strumenti efficaci non si limiterà ad un appello generico ma al richiamo di ragioni specifiche, anche per contrastare la disinformazione diffusa dall’offensiva diplomatica di Rabat.

ANSPS Onlus
Associazione Nazionale di Solidarietà con il Popolo Sahrawi Onlus
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