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Miracolo a Le Havre

(12/12/2011)
Accade in un paese che si dice di cultura cristiana, cioè portatore di valori che si ispirerebbero al vangelo.
Una ragazza per paura della reazione dei propri genitori invece di dire semplicemente di avere avuto un rapporto sessuale consenziente con un coetaneo si inventa uno stupro da parte di due individui che parlano straniero.
Accade poi che il più importante giornale televisivo dia grande risalto alla notizia. Lo stesso giornale televisivo che due settimane fa ha sorvolato nel riportare nel giorno che l’ONU dedica a questa piaga che la maggior parte delle violenze verso le donne avviene in famiglia.
Accade infine che alcuni cittadini di quella città non vedano di meglio da fare che andare ad incendiare un campo abitato da rom. Tutto questo senza nessuna prova che da lì fossero venuti i due stupratori. Infatti da lì a poco si scopre che nessuna violenza carnale è mai stata perpetrata.
Se questa è la realtà, abbiamo allora bisogno di un miracolo.
Abbiamo bisogno di poesia e di storie. Abbiamo bisogno di far ascoltare ai nostri cuori favole dove i bianchi solidali fra loro aiutano gli ultimi di colore costretti a emigrare. Tutto questo gratuitamente senza pretendere nulla in cambio. Di quei racconti che riempiono il vangelo, se solo lo andassimo a rileggere e avessimo il coraggio di raccontarlo ai nostri giovani.
Il miracolo di scoprirci umani.
(fd)