Sergio Paronetto
Il documento con cui Pax Christi sta accompagnando il percorso sinodale è stato diffuso il 28 aprile 2022 con il titolo “Una fede disarmata e disarmante per la promozione della nonviolenza”.
Alcune righe. “E’ nostro desiderio condividere con le comunità cristiane, con il popolo di Dio e con i nostri vescovi una prima breve riflessione partendo da alcune domande trasversali a quelle proposte nei dieci nuclei tematici. Com’è possibile oggi testimoniare la nostra fede in Cristo “nostra pace” (Ef 2)?. Nel pieno di un dramma ecumenico devastante collegato alla terribile guerra in Ucraina, come è possibile rendere credibile l’annuncio della nonviolenza evangelica? Cosa vuol dire costruire una Chiesa disarmata e disarmante?.Secondo noi, l’iniziativa ecclesiale può essere grande e articolata. Riguarda tante dimensioni della nostra vita. Ne citiamo alcune da esplorare. Quella ecclesiale concernente la pastorale, la catechesi, la spiritualità, la teologia, la liturgia, la dottrina sociale della chiesa, il superamento dei cappellani militari inquadrati nelle forze armate, l’ipotesi di un nuovo ministero (quello della diaconia per la pace). Quella culturale ed educativa comprendente la conoscenza del magistero della Chiesa e le storie di tanti volti di pace, lo studio del diritto internazionale, l’educazione ai conflitti, la formazione alle pratiche di riconciliazione. Quella ecologica sulla scia della Laudato sì. Quella sociale con l’accoglienza e l’integrazione dei migranti e con la cooperazione internazionale. Quella civile con la diffusione del servizio civile, la creazione dei corpi civili di pace, l’ipotesi di una Difesa civile non armata e nonviolenta, nuove forme di obiezione di coscienza. Quella economica e politica con l’azione per il disarmo (nucleare e convenzionale), la riduzione delle spese militari e del commercio delle armi, la riconversione dell’industria bellica, il superamento di ogni forma di complicità con l’industria della guerra. Quella internazionale con il potenziamento del diritto (jus contra bellum, jus ad pacem), il rilancio di una nuova ONU, l’ipotesi di un’Europa attivamente neutrale e altro”-.
La Rete telematica sinodale di cui facciamo parte, composta da 30 associazioni e coordinata da Mauro Castagnaro, dopo aver mandato alcune lettere alla segreteria sinodale si è riunita per cantieri tematici. Fino ad ora ha prodotto tre testi (accompagnati da iniziative, conversazioni e incontri di vario tipo (anche con i vescovi Bulgarelli e Castellucci).
Il primo, più lungo, riguarda le persone Lgbt si intitola “Alla segreteria generale del sinodo dei vescovi, alla conferenza episcopale italiana”.
Il secondo è “Lena la balena. Una chiesa di sconfinamenti” riguarda sostanzialmente l’ecumenismo.
Il terzo “Ma lei gli replicò: Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli (Mc 7, 28)” tratta il tema di una chiesa inclusiva e del ruolo delle donne.
Si possono leggere in ADISTA 18 febbraio 2023 col titolo “Cattolici conciliari in rete: ecco cosa chiediamo al sinodo”. Anche il sito della rete dei Viandanti pubblica i testi dei gruppi sinodali.
E’ attivo un altro cantiere, quello “Pace, giustizia e cura del creato”, intitolato provvisoriamente “Uscire dal sistema di guerra. Vivere e promuovere la nonviolenza”.Vi partecipano otto realtà.
C’è l’ipotesi di altri due: uno sull’eucaristia e un altro sui ministeri, sulla chiesa tutta ministeriale.
Ai primi di marzo 2023 è stata mandata anche una Lettera di sostegno ai componenti del Sinodo tedesco.
Ricordo che ogni punto pace può diventare gruppo sinodale o aggregarsi ad altre realtà diocesane per accompagnare col proprio contributo il lavoro comune.
Il tema della pace è ai margini del Sinodo le cui sintesi possono contenere proposte legate alla pace solo se qualcuno le propone, le avanza. A tal fine occorre annotare che Pax Christi, tranne eccezioni, è quasi assente. Ovviamente non si tratta solo di scrivere testi ma di partecipare al cammino ecclesiale vivendo una esperienza di chiesa sinodale per costruire “una chiesa diversa