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Fermatevi, in nome di Dio

Don Renato Sacco

Ripensare all’esperienza vissuta con la 4° carovana di #STOPTHEWARNOW (dal 26 settembre al 2 ottobre scorsi) è ogni volta un rivivere volti e incontri, e anche fare un po’ un esame di coscienza su quello che combini nella vita… Se fai davvero di tutto, con umiltà e senza presunzione, per dire il tuo NO alla guerra! A questa guerra e. tutte le guerre…

Come ha scritto Marco Guerra, che mi ha intervistato mentre a Kiev il 30 settembre, sul sito di Radio Vaticana (https://www.vaticannews.va/it/mondo/news/2022-09/carovana-della-pace-in-ucraina-chiede-protezione-per-obiettori.html)

La Carovana della Pace in Ucraina chiede protezione per gli obiettori

Don Sacco di Pax Christi: “Chiediamo a Ucraina e Russia di riconoscere il diritto all’obiezione di coscienza” …  Il convoglio organizzato da 175 organizzazioni italiane cattoliche e laiche, oltre a consegnare beni alimentari, medicinali e coperte, questa volta si pone anche un obiettivo sociale, ovvero allacciare legami di cooperazione con le realtà ucraine che credono ad un’alternativa all’uso delle armi e sostenere gli obiettori di coscienza, che spesso subiscono processi e inchieste a causa del loro rifiuto di imbracciare le armi.” … “ abbiamo raggiunto telefonicamente a Kiev, don Renato Sacco, consigliere nazionale di Pax Christi, il quale ha evidenziato che lo scopo di questa quarta carovana, rispetto alle tre già fatte, vuole essere stare accanto a chi rifiuta il conflitto. “Siamo infatti coordinati dal Movimento non violento e dall’associazione ‘Un Ponte per’ e in questi giorni stiamo incontrando espressioni dei movimenti non violenti ucraini”, racconta il sacerdote. Il sostegno è per gli obiettori di coscienza sotto processo che, secondo l’esponente di Pax Christi, “danno concretezza alle parole di Papa Francesco, che parla di terza guerra mondiale da non alimentare”. Queste persone in alcuni casi sono considerate dei traditori che non amano la patria. “Così come in Italia c’è una legge che riconosce l’obiezione di coscienza – afferma ancora il sacerdote – così chiediamo che in Ucraina e in Russia sia riconosciuto questo diritto”. Don Sacco porta sempre un nastrino verde sui suoi abiti, che è il simbolo di coloro che in Russia rifiutano la guerra. Persone che pagano un prezzo altissimo per questa scelta, per questo motivo ‘Stopwarnow’ chiede che gli stati europei riconoscano il diritto all’obiezione e che, insieme alle comunità cristiane, aprano loro le porte. Per il sacerdote è necessario non farsi travolgere dalla mentalità della guerra e dall’economia di guerra che porta all’odio. … riconoscere lo status di rifugiato come primo passo per proteggere gli obiettori: “In questo modo tanti russi e ucraini siederebbero allo stesso tavolo per realizzare quello che don Tonino Bello chiamava la convivialità delle differenze”.

Credo che queste parole riassumano bene il senso di questa quarta Carovana. Il lavoro Continua. Accanto agli obiettori e a che, in Russia e in Ucraina crede e sceglie la nonviolenza. Pagando anche di persona.

Ora abbiamo l’appuntamento della manifestazione nazionale del 5 Novembre. Un appuntamento molto importante !   Di cui si è già parlato e che vede molto lavoro di base, dal basso. Sul Sito di Pax Christi e sulla pagine FB si trovano tante spunti e informazioni.

Concludo con un riferimento all’editoriale che Famiglia Cristiana mi ha chiesto di scrivere… mentre ero ancora in viaggio di ritorno, dopo aver ascoltato l’Angelus del Papa del 2 ottobre: “Il cigolio del treno che frena nella stazione a Cernivci, 409 chilometri a sud-ovest di Kyiv, copre in parte le parole di Francesco. Alle spalle ci lasciamo una missione che ci ha visti in Ucraina dal 28 settembre al 2 ottobre: “Fermatevi in nome di Dio”.  In quel breve testo scrivevo: “Bergoglio parla, ma i rumori di quanto avviene tra binari e pensiline rende impossibile l’ascolto. Internet funziona, per fortuna. L’Angelus lo leggiamo e lo rileggiamo con calma, appena possibile. «Che dire del fatto che l’umanità si trova nuovamente davanti alla minaccia atomica?», dice il Papa: «È assurdo. Che cosa deve ancora succedere? Quanto sangue deve ancora scorrere perché capiamo che la guerra non è mai una soluzione, ma solo distruzione?». Già, che cosa deve ancora succedere?”

Di questa esperienza carovana a Kiev, abbiamo scritto qualche riflessione su Mosaico di Pace, di Novembre, sia il sottoscritto, sia Francesco Minervini. Vi invito a leggerle appena uscirà Mosaico. E concludevo l’editoriale di F.C.: “ Il primo ottobre, in collegamento con Alessano (Lecce), per i 90 anni di Famiglia Cristiana, avevamo ricordato don Tonino Bello e la sua Marcia della pace a Sarajevo (1992). Sembrava di sentirlo anche a Kiev, don Tonino: «Gli eserciti di domani sono questi, uomini disarmati!».