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l’Italia ripudia la guerra -Il dirigente scolastico Paolo De Nardo di Udine scrive ai suoi studenti

Pubblichiamo di seguito la lettera del dirigente scolastico Paolo De Nardo di Udine ai suoi studenti sul tema della necessità di essere nel mondo sognatori e costruttori di giustizia e di pace.

 Da UdineToday.it 25 febbraio 2022

Care alunne e cari alunni,

ho riflettuto a lungo sull’opportunità di questo messaggio che vi sto inviando. Noi adulti vorremmo proteggervi dal male che noi stessi spesso provochiamo, salvo poi renderci conto che non è possibile. Le notizie vi raggiungono, tramite i molti canali che avete a disposizione. È per questo che mi sono risolto a scrivervi in merito a quanto sta accadendo in queste ore in Europa, nel nostro continente. Mi riferisco cioè alla guerra scoppiata in queste ore in alcuni Paesi dell’Est Europa.

L’ho fatto perché nelle nostre scuole, tra i vostri compagni e compagne, ve ne sono alcuni che provengono dai territori interessati dalle azioni di guerra. A loro, non importa di quale nazionalità, deve andare il nostro affetto, il nostro supporto e la nostra amicizia.

L’articolo 11 della Costituzione Italiana afferma che “l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”. Vi invito a studiare questo articolo e a riflettere in particolare sul verbo “ripudiare” che significa non riconoscere come lecito lo strumento della guerra, mai, in nessuna occasione. In questo breve testo inoltre c’è l’impegno a promuovere la pace e la giustizia tra le Nazioni. Pace e giustizia, non a caso, sono accostate; la pace non è assenza di guerra ma, è prima di ogni cosa, promozione della giustizia.

Nessuno di noi può incidere sulle decisioni che oggi si stanno prendendo; nessuno di noi può oggi fare qualcosa per fermare la tragedia della guerra. Ognuno di noi però può fare qualcosa, oggi, per promuovere la giustizia e la pace.

Giustizia e pace, infatti, nascono nelle nostre relazioni quotidiane, nelle parole che diciamo (o non diciamo), nei gesti che compiamo (o non compiamo), nelle decisioni che prendiamo (o non prendiamo).

Vi chiedo quindi di impegnarvi a crescere come donne e uomini di giustizia e di pace, vi chiedo di coltivare l’amicizia, la solidarietà, l’amore e la bellezza. Vi chiedo di ripudiare la violenza nei vostri rapporti quotidiani, nelle vostre parole, nei vostri gesti e prima ancora nei vostri pensieri. Potrà sembrare un messaggio semplice e utopico (cioè impossibile da realizzare), ma il futuro è di coloro che lo sanno sognare.

Siate allora, oggi, sognatori di pace e di giustizia. Siate costruttori di pace.

Il vostro impegno sincero non sarà vano.

Conto su di voi.