Articolo di Nello Scavo uscito su Avvenire il 02/01/2022
Anche la sera del 31, a Savona, alle 18 in punto si sono uditi 21 rintocchi di campana. Ad ogni colpo di battaglio una lettera dell’alfabeto, per ricordare tutti i morti di tutte le guerre. Si è aperta così, con la città che si ferma per non dimenticare, la serata di veglia e preghiera per la Pace. Come già avvenuto lo scorso anno, non si è svolta la consueta Marcia nazionale della Pace, a causa dell’evolversi della pandemia. Ma i momenti di riflessione e gli appuntamenti liturgici hanno riproposto l’importanza di una riscoperta della “pastorale della pace”.
«Il messaggio che a me sta particolarmente a cuore è quello di ritrovare la via della pace. Devo dire che, purtroppo, negli ultimi anni, una catechesi attenta al Vangelo della pace si è un po’ smarrita, mi pare, nella Chiesa. Credo che vada ritrovata, la pace, come parola centrale dell’Evangelo», ha detto il vescovo di Savona-Noli, Calogero Marino. «C’è bisogno di pace sulla faccia della terra, negli ultimi periodi sono aumentati i conflitti, le spese militari, sono aumentate le guerre, ma se ne parla molto poco», ha ribadito don Luigi Ciotti. Nelle sue parole, ancora, la denuncia per le diseguaglianze, acuite dalla pandemia, a cominciare proprio dall’accesso alle cure e ai vaccini. «Il primo diritto, è quello alla salute», ha ricordato il fondatore di “Libera”. In mattinata si erano con- frontati, a partire dai ripetuti appelli di papa Francesco e di 50 Nobel per la pace che chiedono il taglio delle spese mi-litari, il professor Carlo Rovelli, fisico teorico saggista: il vescovo emerito di Ivrea, Luigi Bettazzi, presidente emerito di Pax Christi International; Andrea Monda, direttore dell’Osservatore Romano e don Renato Sacco, consigliere nazionale di Pax Christi.
La Messa di fine anno in Duomo ha visto concelebrare, assieme al vescovo di Savona- Noli, l’emerito di Ivrea, Bettazzi, (98 anni, protagonista di tutte le Marce della pace svoltesi finora), l’arcivescovo Giovanni Ricchiuti, presidente di Pax Christi, il vescovo di Cerignola-Ascoli Satriano Luigi Renna, presidente della Commissione episcopale per i problemi sociali e lavoro giustizia e pace della Cei, e l’arcivescovo di Genova, Marco Tasca.
«Lo shalom– ha ribadito il vescovo Marino – dice la pienezza del dono di Dio, che è dono, appunto, ma che, però, chiede di essere accolto dagli uomini, chiede di costruire una cultura della pace, a partire proprio dalla radice cristologica. Cristo, infatti, è la nostra pace. Ecco, io vorrei che questo tema della pace ritornasse al centro dell’attenzione della comunità cristiana». L’omelia è stata tenuta da Bettazzi che ha ironizzato sulla sua età e l’ininterrotta frequentazione con l’appuntamento di fine anno. «Hanno chiesto a me, vescovo di 98 anni – ha detto il presidente emerito di Pax Christi International – perché dal 31 dicembre 1968, a Sotto il Monte dove si è svolta la prima Marcia della pace, non ho mancato una sola edizione». E quest’anno, quando la pandemia ha reso più necessario lo spirito di appartenenza alla comunità, «dobbiamo ritrovare il valore del “noi” in un contesto – è stata l’esortazione di Bettazzi – in cui sembra sempre ancora prevalere la parola “io” ».
Promossa dalla Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, con l’Ufficio Cei per la pastorale sociale, con Pax Christi, la Caritas italiana, l’Azione Cattolica e molte altre organizzazioni e movimenti, la Marcia della pace tornerà al termine del 2022 con destinazione la diocesi di Altamura- Gravina-Acquaviva delle Fonti, di cui è vescovo proprio il presidente nazionale di Pax Christi, l’arcivescovo Giovanni Ricchiuti. Un ritorno in Puglia, ancora una volta sui passi del venerabile don Tonino Bello, il vescovo già presidente di Pax Christi.