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Palestina stato! Intervista a Mahmoud

Ciao Mahmoud,
vorrei farti alcune domande a nome dei nostri lettori della newsletter Verba Volant sulla richiesta del riconoscimento della Palestina all’ONU che Abu Mazen formulerà il prossimo 20 settembre davanti all’Assemblea Generale. Tuttavia prima ci piacerebbe se ci raccontassi brevemente qualcosa di te.

Innanzitutto, saluto tutti i lettori di Verba Volant.
Il mio nome è Mahmoud alarawi, ho 22 anni vengo dalla Palestina in particolare dalla striscia di Gaza, sono in italia da 4 anni con la caritas di Udine, nel progetto studentato internazionale per la pace.
Mi sono laureato quest’anno presso l’Accademia di belle arti di Venezia con indirizzo pittura.
Da quando avevo 15 anni partecipo a conferenze internazionale per la pace sono stato in America, Spagna, Francia, Malta e Italia, dove ho avuto una borsa di studio per l’accademia di belle arti.

Torniamo dunque al tema iniziale, che risonanza o diffusione hai colto tra i conoscenti del tuo paese di origine e qui in Italia dell’evento del 20 settembre? Quali impressioni hai colto? Positività, negatività, indifferenza, speranza. In particolare come spieghi le note negative, se ve ne sono?

Da sempre ho colto due opinione diverse i pessimisti e gli ottimisti. In questo caso è difficile scegliere tra gli uni e gli altri. Fra i miei amici ci sono quelli che dicono che questa storia del riconoscimento è una perdita di tempo e anche se ha successo sarà per chiudere la nostra bocca, dicendo: volevate un stato? Ecco il vostro stato, ma solo per dare un nome sulla mappa, senza nessun fondamento di stato… Questo è l’opinione dei pessimisti. Dall’altra parte gli ottimisti forse esagerano supponendo che la questione palestinese sia risolta dopo questo riconoscimento. Uno mi dice, sai se riconoscono un stato palestinese sul confine del 1967, Israele non potrà avere pretese dentro i confine del nostro stato. Gli ho chiesto perché. Mi ha risposto perché va contro la legge internazionale!!!!
Ed io gli l’ho risposto che sono 63 anni che Israele va contro tutte le legge internazionale, è ancora fresco il sangue di 1500 palestinese che sono stati bombardati per 22 giorni, dentro la striscia di Gaza, anche con il fosforo bianco, altro che andar contro la legge internazionale !!!

Mahmoud, sebbere la tua origine sia palestinese, provieni dalla regione di Gaza. Come questa caratteristica si differenzia rispetto agli altri palestinesi che pur desiderano che l’ONU riconosca questa sovranità?

Per un cittadino di Gaza… ti dico solo che prima di tutto  c’è una necessità di sentirsi umano e con i diritti di umani, un riconoscimento di stato non sostituisce il riconoscimento della umanità di 2 milioni che meritano di avere dei diritti, sono 4 anni che nella striscia sia fuori ogni regola della natura umana : chiusa, sotto bombardamento di continuo, etc. Non avrà nessun senso e valore riconoscimento di uno stato, senza la libertà nella striscia.

Purtroppo molti esperti ritengono che il riconoscimento non verrà concesso, se cosi avvenisse vi sentireste ancor più lasciati soli dalle istituzioni internazionali e dai popoli?

Credo che in tutti i casi il popolo palestinese non ci perderà nulla. Nel senso se verrà concesso o no, è importante che attiriamo l’attenzione del mondo e ricordare che c’è un popolo che è stata rubata la sua terra da 63 anni e sta combattendo con tutti i mezzi per i suoi diritti.

Pax Christi e tantissimi singoli, associazioni italiane e non, operano in modo pacifico da tempo dentro e fuori la Palestina per ridare dignità al tuo popolo colpito dalla multi-generazionale occupazione israeliana.Quale efficacia e risonanza ha avuto e credi possa avere questa vicinanza al popolo palestinese sull’obiettivo della autodeterminazione e su questa tappa del 20 settembre?

Per me e per tutti i palestinesi, qualsiasi attività esterna può aiutarci. In questo periodo che ci occorre la  solidarietà di ogni singola persona, per questo nei prossimi giorni sperò di vedere persone in piazze con le bandiere della pace e la bandiera di Palestina. All’Italia dirò sempre grazie e che il sangue di Vittorio Arrigoni scorre nella vene di ogni uno di noi.

L’ultima domanda è rivolta al giovane Mahmoud piuttosto che a nome del popolo palestinese. Quali aspirazioni hai per la tua vita, credi che l’appuntamento del 20 settembre la condizionerà?

Vorrei aiutare il mio popolo in qualsiasi modo, mi sento obbligato a farlo. Io sono stato fortunato ad essere riuscito ad uscire di Gaza e far arrivare la voce di 2 milioni di suoi abitanti attraverso le mie parole ed i miei quadri.
Il 20 settembre c’è una luce di speranza tra tante luci attraverso cui il mio popolo credeva di raggiungere i suoi diritti …. ma mi fermo qui e non voglio più essere pessimista. Sento che questo potrà cambiare qualcosa e spero che andrà bene,  anche grazie alla primavera araba che mi ha dato nuova speranza …

Mahmoud, ti ringraziamo perchè ci fornisci uno spaccato prezioso della tua realtà,
molti di noi difficilmente potranno altrimenti accedervi se non dalle tue parole.
Ti auguriamo di relizzare i tuoi sogni e quelli di emancipazione di tutti i tuoi conterranei.

(Martino Ruppi per Verba Volant)