Mons. Luigi Bettazzi
Vescovo emerito di Ivrea e già presidente internazionale di Pax Christi
Dopo le ripetute ostentazioni religiose del ministro Salvini – dal Vangelo al Rosario – avevo pensato di scrivergli una lettera aperta, secondo la mia antica usanza. Poi erano intervenuti tutti – dall’Avvenire a Enzo Bianchi, ma anche la CEI e perfino il Cardinale Segretario di Stato – e mi sembrava sarebbe stata anche la mia un’ostentazione ormai superflua. Eppure è ovvio che gli interventi autorevoli mantengono una certa dignità; mentre ho pensato che troppi cristiani sono davvero scandalizzati che si usi quanto c’è di più immediato nel cristianesimo per fare propaganda elettorale. Perché se il ministro degli Interni si gloria di avere – chiudendo i porti – diminuito il numero degli immigrati (ma cosa ha fatto per farli restare nel loro paese, com’era l’alternativa, o per liberarli dai feroci campi di concentramento della Libia?), se poi, dimenticando i principi umanitari di assistenza ai disperati, sventola il suo Cristianesimo – a parte i limiti delle nostre vite personali, che devono dissuaderci dal proporci come modelli della nostra fede – non può dimenticare che Gesù, nel Vangelo (cap. 25 di Matteo), dichiara “maledetto” chi non accoglie lo straniero, e che la Madonna, a cui è rivolto il Rosario, ci ricorda (cap. 2 di Luca) che Dio “rovescia i potenti dai troni e innalza gli umili”.
Quel ch’è triste è pensare che se Salvini lo fa (e lo ripete!) è perché sa che gli rende, anche elettoralmente. Ed è vero che, fin dai tempi d’Adamo, cerchiamo spesso chi possa giustificare anche religiosamente le nostre chiusure e i nostri egoismi, magari fischiando il Papa perché si richiama troppo al Vangelo.
Pregheremo per Salvini perché faccia il Ministro secondo la sua coscienza, ma non ci coinvolga in posizioni che sono anticristiane e antimariane. Ma dovremo pregare per noi, perché sappiamo sempre vivere la nostra vita secondo il Vangelo!