Lo scorso lunedì 22 maggio, nella conversazione pomeridiana che noi vescovi italiani abbiamo avuto con il papa, ho ringraziato Francesco, non solo a nome mio personale, per la visita annunciata per il 20 giugno a Bozzolo e Barbiana, sulla tomba di don Mazzolari e di don Milani. L’ho ringraziato per questo gesto che riconcilia la Chiesa italiana con queste due figure presbiterali, accomunate da una grande passione pastorale, che hanno lasciato un segno molto forte. Sul versante più politico, don Mazzolari, nel senso di una comunità che vive il Vangelo, con quell’avverbio ‘Adesso’. Riscoprire nel presente, nell’ora che viviamo questo annuncio del vangelo. Sono passati molti anni, ma il messaggio di don Primo mi pare resti ancora di grande attualità. Passione per quel Vangelo che è Buona Notizia per tutti, e che invita a mettere in atto nella società l’annuncio del Vangelo, senza preclusioni e sbarramenti, ma con libertà e verità.
Questa è la forza che emerge dalle omelie, e non solo, di don Mazzolari.
Con don Milani innanzitutto parliamo ancora di un prete che ha amato la Chiesa, anche se non erano tempi facili per lui. Nessuno può dimenticare che mentre lui stava morendo era in corso un processo a suo carico. Lui fu condannato, e il reato si è estinto per la morte del reo. E quel reo era un prete, che stava cambiando una scuola classista, con radici divisorie. E lo faceva con i ragazzi di Barbiana, inserito nella vita della politica sociale italiana, soprattutto con una visione libera. E parlo dell’obiezione di coscienza al servizio militare, dei cappellani militari e di tutto quel militarismo gonfio di retorica che non faceva bene alle giovani generazioni. Ecco la sua contestazione, la ‘lettera ai giudici’, e il suo essere chiamato in giudizio per aver espresso delle opinioni che erano semplicemente secondo il Vangelo.
Mi sembra quindi, come dicevo prima, che la visita alla tomba di don Mazzolari e e don Milani, il ricordare questi due profeti del nostro tempo sia un gesto di riconciliazione della Chiesa italiana con queste due figure presbiterali, e una riproposizione nell’oggi di quelle che sono state le intuizioni profetiche di questi due presbiteri.
+ Giovanni Ricchiuti, Presidente di Pax Christi