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70° anniversario di Hiroshima e Nagasaki

Frasi di etica religiosa e sapienziale sulle armi nucleari

(A cura di Antonino Drago – Pisa 25 ottobre 2015)

Tadatoshi Akiba City Ruins.

sindaco di Hiroshima

Non possiamo e non dobbiamo permettere a noi stessi che il messaggio di Hiroshima e Nagasaki asi dissolvano completamente nelle nostre menti, e non possiamo permettere che la nostra visione o i nostri ideali svaniscano. Infatti, se lo facciamo, non abbiamo altra strada per noi. E quel lampo di luce non solo ci deruba la nostra visione, ma ci deruberà la nostra vita, la nostra progenie, e la nostra stessa esistenza.

Quello che i sopravvissuti di Hiroshima ci dicono è che nessun altro deve mai passare attraverso l’esperienza che loro hanno sofferto. Un bombardamento atomico crea un inferno sulla Terra in cui i vivi invidieranno i morti

Mons. Auza

(osservatore all’ONU dello Stato del Vaticano)

Gli arsenali nucleari del mondo contengono ancora fin troppe di queste armi. La teoria della deterrenza nucleare è troppo ambigua per rappresentare una base stabile e globale della sicurezza mondiale e dell’ordine internazionale. Al contrario, tali armi sono di per sé inumane e non etiche. Per questo è stato negoziato il Trattato di non proliferazione. Le speranze riposte da alcuni nel sistema di deterrenza quale strategia per prevenire l’uso di armi nucleari e per creare una sicurezza stabile non hanno prodotto il genere di pace e di stabilità che ci si aspettava. (14 ott. 2014)

Hans Bethe

Direttore della Divisione Teorica di Los Alamos, ha partecipato al livello più alto nel Progetto Manhattan che ha prodotto le prime armi atomiche

Ora, a 88 anni… ho orrore che da allora decine di migliaia di tali armi sono state costruite -cento volte più quanto ciascuno di noi a Los Alamos avrebbe mai potuto immaginare. Oggi siamo giustamente in un’epoca di disarmo e smantellamento delle armi nucleari. Ma in alcuni paesi continua lo sviluppo di armi nucleari. … i singoli scienziati possono ancora influenzare questo processo rifiutando le loro competenze. Di conseguenza, invito tutti gli scienziati in tutti i paesi di cessare e desistere dal lavoro la creazione, lo sviluppo, il miglioramento e la produzione di altre armi nucleari – e, del resto, altre armi di distruzione di massa potenziale come le armi chimiche e biologiche.
Lettera, Bulletin of the Atomic Scientists (Nov 1995), 51: 6, 3. 50 ° anniversario di Hiroshima 

 Albert Einstein

L’energia atomica ha cambiato tutto tranne i nostri modi di pensare e quindi andiamo alla deriva verso una catastrofe senza precedenti. (24 maggio 1946)

Non riesco a prevedere come e in che tempi verrà combattuta una terza guerra mondiale. Ma so la quarta: con pietre e bastoni.

Ho commesso un grande errore nella mia vita, quando ho mandato la lettera al Presidente Roosevelt per chiedere di costruire le bombe atomiche.

Jacques Ellul

(Sociologo filosofo, teologo, critico della civiltà e della tecnologia occidentale)

Non voglio dire che Dio interverrà direttamente sulla tecnica, come fu con la torre di Babele, per farla crollare. Ma è con l’appoggio della rivelazione del Dio biblico che l‘uomo può ritrovare una lucidità, un coraggio e una speranza che gli permetteranno di intervenire sulla tecnica. Senza questo, non può che lasciarsi andare alla disperazione.

Papa Francesco:

Cari fratelli e sorelle,settant’anni fa, il 6 e il 9 agosto del 1945, avvennero i tremendi bombardamenti atomici su Hiroshima e Nagasaki. A distanza di tanto tempo, questo tragico evento suscita ancora orrore e repulsione. Esso è diventato il simbolo dello smisurato potere distruttivo dell’uomo quando fa un uso distorto dei progressi della scienza e della tecnica, e costituisce un monito perenne all’umanità, affinché ripudi per sempre la guerra e bandisca le armi nucleari e ogni arma di distruzione di massa. Questa triste ricorrenza ci chiama soprattutto a pregare e a impegnarci per la pace, per diffondere nel mondo un’etica di fraternità e un clima di serena convivenza tra i popoli. Da ogni terra si levi un’unica voce: no alla guerra, no alla violenza, sì al dialogo, sì alla pace! Con la guerra sempre si perde. L’unico modo di vincere una guerra è non farla. (Angelus del 9 agosto 2015)

 Mahatma Gandhi

Considero l’impiego della bomba atomica per la distruzione totale di uomini, donne e bambini, l’uso più diabolico della scienza.
«Qual è l’antidoto? È diventata antiquata non violenza?” No. Al contrario, la non violenza è l’unica cosa che ci risolleva. E ‘l’unica cosa che la bomba atomica non può distruggere. Non mossi un muscolo quando ho sentito che la bomba atomica aveva spazzato via Hiroshima. Al contrario, mi sono detto, ‘A meno che ora il mondo adotti la non violenza, certo significherà il suicidio per l’umanità.’ (H, 29-9-1946, p. 335). Per quanto posso vedere, la bomba atomica ha annullato la più bella illusione che ha sostenuto l’umanità per secoli. Sono state utilizzate le cosiddette leggi di guerra, pensando che esse la rendessero tollerabile. Ora sappiamo la nuda verità. La guerra non conosce legge diversa da quella della potenza distruttiva. La bomba atomica ha portato una vittoria fittizia alle armi alleate, ma intanto è riuscita a distruggere l’anima del Giappone…. [anche] la massima indegnità [come quella del Giappone) non daà nessun diritto al meno indegno di distruggere senza pietà uomini, donne e bambini di un tutta una zona del Giappone.

La morale da legittimamente trarre da quella tragedia suprema della bomba è che essa non sarà annullata da una contro-bomba, così come la violenza non  può essere combattuta da una contro-violenza. L’umanità deve uscire dalla violenza solo attraverso la non violenza. L’odio può essere superato solo con l’amore,

R. Hunthausen,

Arcivescovo di Seattle negli anni ‘80:

“Non adorate gli idoli di metallo.”

John Kennedy

all’ONU 1961: ripetuto da Paolo VI nella stessa sede nel1964

O l’umanità distruggerà le armi nucleari, o le armi nucleari distruggeranno l’umanità.

Il mondo è molto diverso ora. Perché l’uomo tiene nelle sue mani mortali il potere di abolire tutte le forme di povertà umana, e tutte le forme della vita umana.

Martin Luther King, Jr

In qualche modo dobbiamo trasformare le dinamiche della lotta di potere mondo dal negativo corsa agli armamenti nucleari, che non si può vincere un concorso positivo di sfruttare genio creativo dell’uomo al fine di fare la pace e la prosperità di una realtà per tutte le nazioni del mondo .
Lanza del Vasto

(filosofo laureato a Pisa nel 1928, unico discepolo occidentale di Gandhi, fondatore di comunità interreligiose, chiamate dell’Arca, teorico della nonviolenza)

Spiegare i flagelli e le catastrofi sociali con l’immoralità dell’uomo, è come dire che la causa della marea è il grande vento che fa ingrossare il mare. Certamente i peccati creano innumerevoli disordini simili a grandi onde che fanno temere una marea, ma il sollevarsi dell’intera massa delle acque, quel movimento che è detto marea, è di tutt’altra natura e dipende da altre cause. (I quattro Flagelli (orig. 1959), SEI, Torino, 1966, p. 7)

E che pretendete? Comunque si faccia, non si può sfuggire dall’inventare la Bomba!

Quando avremo inventato tutto, compresa la macchina pensante, non ci si può impedire di inventare la Bomba! E una volta che essa è stata inventata, non si può non venderla al Governo, per la sicurezza della Patria! E poi non si può non venderla al nemico, se si vogliono salvare i diritti della Scienza, che è universale! Ed ora non possiamo certamente permetterci di averne meno di lui. D’altra parte più bombe abbiamo e più pace abbiamo. Il nemico, sapendo che ne abbiamo tante, «rifletterà» (certamente rifletterà, ma su che cosa? forse sul modo di inviarci la sua e così annientarci al primo colpo. Può anche accadere che l’esplosione preceda la riflessione; e così si fa ancora più presto). La nostra pace è assicurata dal fondarla sul terrore. Ma tra i motivi di una guerra, il più forte è proprio il terrore. Che importa! in ogni caso non possiamo tornare indietro. Così, da una parte e dall’altra, ognuno fabbrica coscienziosamente la sua morte. (Ibidem, pp. 463-464). Non sono i ladri né gli assassini, né i lussuriosi nè gli alcolizzati, né le prostitute nè i prosseneti che preparano e dichiarano la guerra. Non hanno abbastanza virtù. Dicono che i migliori banditi sono i soldati peggiori. Non è con difetti, debolezze e vizi che si riesce a fare guasti così gravi.

Non è con la collera e con l’odio, né con alcun cattivo sentimento che si fa la guerra, ma con le forti virtù e soprattutto con un vivo senso della giustizia. La rabbia di aver ragione rende la guerra accanita e smisuratamente feroce. Ci vogliono molto coraggio, dedizione, disciplina, metodo, sapere, zelo, abilità, prontezza, ardore, perseveranza, pazienza, prudenza, coraggio, fedeltà e genialità per arrivare a devastazioni spettacolari. Bisogna essere persone oneste, piene fino ai capelli di virtù, per riuscire a produrre più omicidi, incendi e atrocità di tutti i malfattori del mondo…. E’ frugando nell’atomo, ficcando il naso negli spazi intersiderali, costruendo nella disintegrazione, a forza di lunga pazienza e di geniali scoperte, è a forza di piegare e falsare le leggi della natura a tutti gli interessi con il pretesto di cercarne la verità, che si finisce per rendere irrimediabili e illimitati gli effetti di una guerra diventata inevitabile. La morte, che è collocata al punto finale di tutte le giustificazioni della violenza, è la più bella delle dimostrazioni per assurdo. (Ibidem, pp. 524-526)

La Bomba è l’effetto d’un cattivo uso dell’intelligenza, una inversione spirituale, un peccato contro lo spirito e che è senza perdono e che chiama la morte. (Ibidem, p. 478). Quando ci fu lo scoppio ad Hiroshima, il chiarore fu abbagliante e tutto il centro della città fu soffiato via in un lampo. Si alzo dalla città un vento incandescente così violento che che spogliò i sopravissuti. Le donne che portavano dei kimono si ritrovarono nude con i disegni della stoffa impressi nella loro carne, decorata di bruciature. Il vento mitragliò i corpi di aghi radioattivi. Un centinaio di migliaia furono inghiottiti in un  istante, altri misero delle decine d’anni per consumarsi. Per scappare dal suolo diventato caldo come la placca di un forno, alcuni si buttarono nel fiume, ma l’acqua del fiume bolliva. Le 500 mila tonnellate di acido nitrico che produce una bomba H, i due milioni di tonnellate che essa solleva, oscurano il sole. Un migliaio di loro lo nasconderebbero per sempre e farebbero della Terra un astro morto. (“De la Bombe”, 1960, Arche, Bollène, p. 4)

Morire nella guerra atomica è morire tre volte – ma anzitutto è morire per niente, perché nello stesso istante muore tutto ciò per cui si darebbe la propria vita -: è morire nei propri discendenti; è morire con tutta la natura; in più è morire col corpo e anche coll’anima, perché si è vittime di un crimine che anche noi abbiamo perpetrato col nostro silenzio. (I quattro flagelli, p. 478). Noi non crediamo nella Cieca Fatalità. Noi crediamo alla Giustizia di Dio e quindi solo a quella fatalità che deriva dall’accecamento colpevole. Da cosa si riconosce la Giustizia di Dio? Dal fatto che ciascuno la mette in pratica con passione e l’aggiusta alla sua situazione. Ognuno raccoglie ciò che ha seminato e, grazie a Dio, al centuplo. Tocca al seminatore riconoscere il seme, perché il seme non si sbaglia mai e germoglia sempre secondo la sua specie. Ognuno sarà misurato con la misura di cui si serve. Chi si attacca al suo corpo andrà dove vanno i corpi, sotto terra. Chi ama il suo gruzzolo rinchiude il suo amore nei forzieri delle banche. Chi usa la spada perisce di spada. Chi incatena gli schiavi si lega all’altro capo di quella catena. Chi adora un idolo finisce per assomigliargli. Chi cerca la liberazione nelle macchine rimane impigliato nell’ingranaggio. Chi disintegra l’atomo finisce disintegrato. (ibidem, p. 480)

La nostra speranza deriva dalla provvidenziale relazione tra le due più grandi scoperte dei nostro secolo. Dio dice: Ecco, io metto davanti a te la vita e la morte. Le due più grandi scoperte di questo secolo sono la bomba atomica e la non violenza. (Ibidem, p. 481) Se si vuole rinunciare ad ogni arma, prima di tutto occorre rinunciare alla volontà di uccidere. I  disarmo non può essere il primo passo. E’ il secondo. Il primo passo è l’intesa (non dico l’accordo, non dico l’amore, ma il minimo, al di là del quale non c’è niente da fare). Il disarmo totale sarebbe un tale sconvolgimento delle nostre consuetudini e delle nostre strutture millenarie che non si può sognare di compierlo tutto d’un colpo: bisogna procedere poco a poco. E’ già molto sperare in un primo passo. Il primo passo è evidentemente quello che ogni essere ragionevole deve riconoscere come ragionevole, e sul quale egli non può evitare di riconoscere la necessità dell’intesa, pena la morte. Ecco perché noi insistiamo sulla Bomba (il che non significa approvare le altre armi). Colui che ha annunciato “Chi usa la spada, perirà di spada” non ha aspettato l’invenzione della Bomba per condannare la guerra e dimostrare che essa porta con sé il suo castigo appropriato. Ma le ragioni ddi far la guerra sono troppo buone. A tal punto che nessuna causa di guerra è senza giustificazione, alcuna atrocità non trovi una ragione nella giustezza della causa. E questa massa di giustificazioni, così ben legate che non si può rifiutarne nessuna, va a coprire completamente il Quinto Comandamento di Dio: TU NON UCCIDERE che fu dato su una tavola di pietra e sena margini, affinché non gli si potessero agganciare dei commenti. Perciò il commento, loro non l’hanno messo a lato né sotto, ma sopra la scrittura e, al posto del comandamento, ora ci sono tutti gli insegnamenti e le raccomandazioni del fare il contrario. Il conseguenza della qual cosa, la guerra viene come un flagello necessario. Ed è un flagello fatto da mano d’uomo. E tutto il mondo sa che è il castigo di Dio.  Da che si riconosce il castigo di Dio? Da questo, che il colpevole se lo applica con zelo, con accanimento e lui stesso l’aggiusta al suo caso. (“De la Bombe”, pp. 7-8 )L’avvenire è dei popoli senza Bomba. D’altronde essi costituiscono la maggioranza, la base, la riserva dell’umanità. Avranno quei popoli la lucidità di accorgersi che è un onore, un vantaggio ed una sicurezza? Sapranno far fronte ai Disintegratori e dissuaderli? (“De la Bombe”, 1960, p. 12)

Robert Oppenheimer.

Fu a capo della costruzione della bomba statunitense, ma poi si pentì

I fisici hanno conosciuto il peccato e questa è una conoscenza che non potranno perdere.

Noi abbiamo fatto una cosa, un’arma la più terribile, che ha alterato bruscamente e profondamente la natura del mondo. Abbiamo fatto una cosa che, secondo tutti gli standard del mondo in cui siamo cresciuti, è una cosa cattiva. E così facendo, per la nostra partecipazione a rendere possibile queste cose, abbiamo sollevato di nuovo la questione se la scienza sia un bene per l’uomo, se sia bene conoscere il mondo, per cercare di capire, per provare di controllarlo, per contribuire a dare all’umanità maggiore conoscenza, maggiore potere. Poiché siamo scienziati, dobbiamo dire un sì inalterabile a queste domande; questa è la nostra fede e il nostro impegno, raramente esplicitati, ancora più di rado messi in discussione, che la conoscenza è un bene in sé, la conoscenza e il potere che ne deriva.

Franco Rasetti

Del gruppo di fisici di Fermi a Roma, rifiutò di partecipare al progetto Manhattan

“La fisica è stata venduta al diavolo.”

Arundhati Roy

* Se siete religiosi, potete ricordare che questa bomba è la sfida dell’uomo a Dio. La sfida è formulata molto semplicemente: Noi abbiamo il potere di distruggere tutto quello che hai creato. Se non siete religiosi, allora guardare la cosa in questo modo. Questo nostro mondo è vecchio di quattromila, seicento milioni di anni. Potrebbe finire in un pomeriggio.

Alvin Weinberg

 (Direttore di una grande installazione nucleare): (Bull. Atomic Scientsts, ott. 1985, p. 31). Creare il tabù di “Mai più Hiroshima”, così come lo sviluppo di una personalità avviene attraverso la costruzione di tabù, come quello dell’incesto.

“La santificazione di Hiroshima è uno dei più auspicabili sviluppi della era nucleare. Spesso si parla con disinvoltura di riuscire ad evitare le guerre nucleari, non si tiene conto che non si tratta di prendere misure per il prossimo decennio o due; ma per millenni! Come può l’umanità accettare veramente, ai livelli più fondamentali, la necessità assoluta di evitare gli olocausti nucleari – 50, 100, 1.000 anni dopo Hiroshima – se non perché Hiroshima è diventata una leggenda orrenda, da tutti ben conosciuta e accettata da tutti come orrenda, così come lo è la crocifissione tra i Cristiani, la uccisione di Abele da parte di Caino tra gli Ebrei e così come l’Egira è conosciuta dai Mussulmani? In poche parole, solo santificando Hiroshima possiamo aspettarci che la sua lezione sia appresa e riappresa per sempre – ricordando anche le morti per il fuoco atomico, le malattie da radiazione, il terribile annientamento della città?”

World Council of Churches (Consiglio Mondiale delle Chiese)

Il WCC è una associazione di 345 Chiese che insieme rappresentano più di mezzo miliardo di cristiani di tutto il mondo. Chiese del WCC si possono trovare in tutte le regioni del mondo e comprendono la maggior parte delle chiese ortodosse di tutto il mondo (orientali e orientali), le africane, l’anglicana, gli assiri, i battisti, gli evangelici, i luterani, i mennoniti, i metodisti, i Moravi, i vecchi cattolici, i pentecostali, i riformati, Uniati e le chiese libere/indipendenti, i Discepoli di Cristo e gli Amici (quaccheri).

Il comitato centrale del  Consiglio Mondiale delle Chiese, riunito a Ginevra, in Svizzera, dal 02-08 LUGLIO 2014, invita le Chiese membri con i loro ministeri e reti a:
Sostenere e approfondire discussioni etiche e teologiche sugli usi civili e militari dell’energia nucleare, Sviluppare e praticare una spiritualità sensibili all’ecologia per indirizzare i cambiamenti negli stili di vita individuali e di comunità.  Praticare e promuovere disinvestimenti dalle imprese e dalle istituzioni finanziarie coinvolte nella produzione di armi nucleari o centrali nucleari e le esportazioni connesse [e chiederli] per lo sviluppo delle energie rinnovabili;

Sostenere azioni di riabilitazione delle vittime di incidenti nucleari e test nucleari, il loro accompagnamento pastorale, azioni legali e risarcimento… e sostenere la causa intentata dalle Isole Marshall contro gli Stati dotati di armi nucleari presso la Corte internazionale di giustizia;
Invitare i governi a prendere assieme iniziative intergovernative, e sostenere gli sforzi della società civile contro le armi nucleari;
Favorire collegamenti ecumenici e con la società civile per partecipare a Campagne internazionali contro le armi nucleari (come ICAN);
Sostenere la denuclearizzazione della penisola coreana
Opporsi all’espansione delle basi militari in Asia o direzionate allAsia. (sintesi)

Il comitato centrale del WCC invita le chiese membri, i loro ministeri e reti di impegnarsi nell’azione coordinata nazionale ed internazionale con il WCC a:

Sollecitare i 31 Stati senza armi nucleari – che chiedono il disarmo nucleare, ma dipendono dalle forze nucleari degli Stati Uniti – a sostenere attivamente l’eliminazione delle armi nucleari in conformità del diritto internazionale umanitario, rimuovere tutte le armi nucleari dal loro territorio e negoziare accordi di sicurezza collettiva non nucleare;
Promuovere nuove zone nucleare senza armi, in particolare nell’Asia nord-orientale e nel Medio Oriente, e misure per rafforzare le aree oggi esistenti nel Sudest asiatico, Pacifico, America Latina e Africa nei confronti di qualsiasi presenza o minaccia di armi nucleari;
Sollecitare i governi a eliminare gradualmente le centrali nucleari e riformare l’uso generale della energia per aumentare il risparmio e l’efficienza energetica, ridurre le emissioni di carbonio e rifiuti tossici, e sviluppare le fonti di energia rinnovabili;
Organizzare azioni coerenti e interdisciplinari in linea con queste raccomandazioni come contributi al pellegrinaggio ecumenico di Giustizia e Pace (svoltosi nel 2014 in molti luoghi del mondo).