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L’eloquenza dei gesti: papa Francesco ai vescovi italiani

(09/06/2015)
 
Una volta l’anno, papa Francesco partecipa ai lavori della Conferenza episcopale italiana (CEI).  Il suo invito è sempre quello di convertirsi, di uscire, di offrire gesti eloquenti, di costruire un popolo di Dio evangelico e umano. Seleziono alcune frasi.  Quest’anno sembra rivolgersi a quei vescovi che si intromettono (capita in alcune città) nella campagna elettorale regionale.
(S.P.)
 
Papa e vescovi italiani 
 
———-23 maggio 2015 
 
L ‘Apostolo Paolo ammonisce: «Vegliate su voi stessi e su tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti come custodi per essere pastori della Chiesa di Dio, che si è acquistata con il sangue del proprio Figlio»(At 20,28). La mancata vigilanza – losappiamo – rende tiepido il Pastore; lo fa distratto, dimentico e persino insofferente; lo seduce con la prospettiva della carriera, la lusinga del denaro e i compromessi con lo spiritodel mondo; lo impigrisce, trasformandolo in un funzionario, un chierico di stato preoccupato più di sé, dell’organizzazione e delle strutture, che del verobene del Popolo di Dio. Si corre il rischio, allora, come l’Apostolo Pietro, di rinnegare il Signore, anche se formalmente ci sipresenta e si parla in suo nome…
 
———-19 maggio 2014
Siamo pastori di una Chiesa anticipo e promessa del Regno. …Si affacciano le tentazioni che si esprimono nella distinzione che a volte accettiamo di fare tra “i nostri” e “gli altri”; nelle chiusure di chi è convinto di averne abbastanza dei propri problemi, senza doversi curare pure dell’ingiustizia che è causa di quelli altrui; nell’attesa sterile di chi non esce dal proprio recinto e non attraversa la piazza, ma rimane a sedere ai piedi del campanile, lasciando che il mondo vada per la sua strada. Ben altro è il respiro che anima la Chiesa. Essa è continuamente convertita dal Regno che annuncia e di cui è anticipo e promessa: Regno che è e che viene, senza che alcuno possa presumere di definirlo in modo esauriente; Regno che rimane oltre, più grande dei nostri schemi e ragionamenti, o che – forse più semplicemente – è tanto piccolo, umile e nascosto nella pasta dell’umanità, perché dispiega la sua forza secondo i criteri di Dio, rivelati nella croce del Figlio. …Fratelli, il vostro annuncio sia poi cadenzato sull’eloquenza dei gesti. Mi raccomando: l’eloquenza dei gesti. Come Pastori, siatesemplici nello stile di vita, distaccati, poveri e misericordiosi, per camminare spediti e non frapporrenulla tra voi e gli altri. Siate interiormente liberi, per poter essere vicini alla gente, attenti a impararne lalingua, ad accostare ognuno con carità, affiancando le persone lungo le notti delle loro solitudini, delleloro inquietudini e dei loro fallimenti: accompagnatele, fino a riscaldare loro il cuore e provocarle così aintraprendere un cammino di senso che restituisca dignità, speranza e fecondità alla vita.
———-18 maggio 2015
La nostra vocazione cristiana ed episcopale è quella di andare contro corrente: ossia di essere testimoni gioiosi del Cristo Risorto per trasmettere gioia e speranza agli altri…La sensibilità ecclesiale comporta anche di non essere timidi o irrilevanti nello sconfessare e nello sconfiggere una diffusa mentalità di corruzione pubblica e privata che è riuscita a impoverire, senza alcuna vergogna, famiglie, pensionati, onesti lavoratori, comunità cristiane, scartando i giovani, sistematicamente privati di ogni speranza sul loro futuro, e soprattutto emarginando i deboli e i bisognosi…La sensibilità ecclesiale e pastorale si concretizza anche nel rinforzare l’indispensabile ruolo di laici disposti ad assumersi le responsabilità che a loro competono. In realtà, i laici che hanno una formazione cristiana autentica, non dovrebbero aver bisogno del Vescovo-pilota, o del monsignore-pilota o di un input clericale per assumersi le proprie responsabilità a tutti i livelli, da quello politico a quello sociale, da quello economico a quello legislativo! Hanno invece tutti la necessità del Vescovo Pastore!…