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Libia. Il governo lascia Tripoli, caduta nelle mani delle milizie

cartina della Libia

cartina della Libia

Non si vede la fine del caos nel Paese nordafricano. La capitale è controllata dall’alleanza islamica l’Alba della Libia che vuole un’amministrazione parallela a quella del premier Thani, auto-esiliatasi a Tobruk. Violenti scontri a Bengasi.

È impotente il governo libico di fronte all’offensiva delle milizie, soprattutto islamiste, che dalla settimana scorsa occupano Tripoli, e ieri ha fatto sapere di avere lasciato la capitale per zone più sicure, assieme ai membri del Parlamento. Adesso tenta di gestire il Paese da Tobruk , distante oltre mille chilometri. Intanto, a Bengasi stamattina sono morte 31 persone negli scontri tra i gruppi islamisti e le truppe fedeli al generale disertore Khalifa Hifter.

L’esecutivo del dimissionario Abdullah al-Thani, ha spiegato che i gruppi armati riunitisi nell’alleanza chiamata l’Alba della Libia (Fajr Libya), hanno il controllo dei ministeri e impediscono ai dipendenti di andare al lavoro. Così la capitale è nelle mani degli insorti che da domenica hanno il controllo anche del complesso dell’ambasciata Usa. Dal 22 agosto l’alleanza islamica ha occupato l’aeroporto, dopo settimane di combattimenti, mentre le autorità hanno costantemente perso terreno e potere.

Oggi, riferisce la stampa, Tripoli si è risvegliata in una relativa calma, con la gente in fila ai bancomat e alle stazioni di benzina e alcune famiglie che rientravano a casa dopo la fine dei combattimenti. Il Paese, però, è nel caos, devastato dallo scontro armato tra diverse milizie che non hanno deposto le armi dopo la fine del regime di Gheddafi, tre anni fa. I governi ad interim non hanno saputo contrastare i gruppi armati che puntano al controllo delle risorse energetiche e si scontrano tra loro, oltre che con le truppe governative.

In questo caos non aiuta l’immobilismo politico del Paese. La transizione dopo la fine del regno di Gheddafi non è mai partita, arenatasi sulle rivalità tra clan e milizie. Il Parlamento eletto a giugno ha affidato a Thani, che aveva rassegnato le dimissioni la scorsa settimana, il compito di formare un nuovo esecutivo, ma l’alleanza Alba della Libia non riconosce legittimità all’assemblea, poiché la accusa di avere sostenuto i raid dello scorso mese contro i suoi combattenti. Dal canto suo, l’Assemblea ha definito l’alleanza un’organizzazione terroristica, al pari dei jihadisti di Ansar al-Sharia che controllano Bengasi, la seconda città libica. L’Alba della Libia ha convocato il Consiglio generale nazionale, il cui mandato è scaduto dopo le elezioni del 25 giugno, che ha chiesto a Omar al-Hassi di formare un governo di “salvezza nazionale”.

Roma, 2 settembre 2014, Nena News