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La fisarmonicista di Auschwitz a Bolzano

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Sabato 22 febbraio, ore 10 in Sala di Rappresentanza del Comune, vicolo Gummer 1. Concerto alle 20,30 al Centro di via Vintola

LA FISARMONICISTA DI AUSCHWITZ A BOLZANO

La straordinaria testimonianza dell’unica sopravvissuta dell’orchestra femminile del campo di concentramento, diretta dalla nipote di Gustav Mahler, Alma Rosé.
Esther Bejarano, tedesca di Amburgo, suonava la fisarmonica. Oggi è celebrata in tutta Europa: croce al merito della Bundesrepublik Deutschland, Ossietzky Medaille e il premio internazionale Blue Planet Award. Ha scritto la sua storia nel libro “La ragazza con la fisarmonica” (versione tedesca “Erinnerungen”) e l’anno scorso è uscito il film dal titolo “Mut zum Leben”. Ha fondato e diretto in Germania il Comitato Auschwitz e dieci anni fa ha messo in piedi, insieme al figlio e ad altri due musicisti, una rap band (Microphome Mafia) per raccontare la sua vicenda e cantare i canti della pace e della resistenza.

Invitata dal Centro per la Pace nell’ambito del ciclo di incontri “Quale belleza salverà il mondo?” parlerà sabato 22 febbraio al mattino alle ore 10 in Sala di Rappresentanza del Comune nell’ambito del convegno dedicato a Mayr-Nusser, dove verrà presentato in anteprima anche il nuovo libro di Francesco Comina “L’uomo che disse no a Hiter” (il margine) con interventi di Leopold Steurer, Paolo Valente, Albert Mayr e Luca Sticcotti. Ci saranno anche alcuni intervalli in musica. Alle 16,30 è prevista la proiezione del film al Centro giovanile di via Vntola e la sera alle ore 20,30, sempre in via Vintola ci sarà il concerto della “Microphone Mafia”. Partecipa all’evento anche l’associazione “Arbeitsgemeinschaft der Jugendienste” insieme ai giovani del progetto “Pro memoria Auschwitz”

“Abbiamo suonato, a nostro malgrado, la musica d’accompagnamento all’olocausto. Suonavamo con le lacrime agli occhi sul binario della stazione dove transitavano i treni con i condannati alle camere a gas. Noi sapevamo cosa sarebbe successo ma loro invece pensavano di essere arrivati in un posto celestiale con quella musica sublime. Subito sarebbero stati eliminati col gas (…) Ho visto cumuli di cadaveri, ho perso tutta la mia famiglia. Ma la musica mi ha salvata”.

E’ un’ospite davvero eccezionale.
Esther Bejarano, la fisarmonicista dell’orchestra femminile di Auschwitz sarà a Bolzano, ospite del Centro per la pace, per una intera giornata sabato 22 febbraio.
Al mattino alle ore 10 nella sala di rappresentanza del Comune porterà la sua commovente e sconcertante testimonianza all’interno del convegno dedicato alla memoria di Josef Mayr-Nusser in un dialogo con la coordinatrice del Friedensfestival Berlin Ina Edelkraut. Racconterà la storia memorabile dell’orchestra femminile diretta dalla nipote di Gustav Mahler, Alma Rosé, morta adc Auschwitz nell’autunno del 1944. Era una orchestra formata da quaranta musiciste preparatissime e di grande talento. I nazisti amavano la musica anche dentro l’inferno. Si sa che Josef Mengele adorava il pezzo di Schumann “DieTräumerei”: “Un pezzo sublime – ripeteva spesso – che va subito al cuore”. E Il capo delle SS Heinrich Himmler chiedeva sovente di poter ascoltare la musica della Mädchenorchester in Auschwitz perché dava tranquillità. I racconti di Esther sono sconvolgenti. Ricorda che l’orchestra doveva suonare sul binario dei treni che portavano i condannati direttamente nelle camere a gas, oppure erano costrette a suonare le marce al mattino presto quando gli internati facevano l’appello per recarsi ai lavori forzati, oppure dovevano suonare la domenica nella cappella o nel blocco dove stavano le pazze, divenute tali dopo aver subito gli esperimenti del dottor Mengele e della sua equipe. Esther lascia l’orchestra alla fine del 1943. Viene trasferita a Ravensbrück dove sarà costretta a lavorare pe runo stabilimento della Siemens. Nell’aprile del ’45 vive il dramma della Todesmarsch (marcia della morte) per liberare il campo. Viene salvata da un panzer americano. L’ultima scena, prima della liberazione, la vede suonare la fisarmonica nella piazza del paese mentre gli americani e i russi alzano i loro vessilli. Poi emigra in Palestina e torna nel Sessanta per fondare il comitato Auschwitz. Ma continuerà a cantare e a suonare, fino ad oggi.