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Aiutiamo a fiorire la rosa (siriana)

Le cronache sanguinose di questi giorni sul dramma siriano parlano di massacri e di qualche iniziativa diplomatica o pre-militare di alcune potenze, ma non riportano notizie di iniziative che andrebbero aiutate. Mi riferisco al movimento “Mussalaha” (riconciliazione) sbocciato come una rosa sulle macerie di un paese prigioniero di terribili violenze contrapposte, partito proprio dalla città di Homs. Ne hanno parlato alcune agenzie stampa (Fides) e alcuni siti (Peacelink). Mussahala vuol essere un tentativo del tutto siriano, senza manipolazioni esterne, una “terza via” alternativa al conflitto armato e a un possibile intervento militare dall’estero. Cerca di colmare il vuoto provocato dal rumore omicida delle armi.

E’ un’ iniziativa ecumenica e interreligiosa. Fra i promotori vi sono i cristiani di Homs, di tutte le confessioni. Si sono esposti personalmente 5 persone: due preti greco-cattolici, un siro-cattolico, uno maronita, uno siro-ortodosso. Grazie a loro, alawiti, sunniti, drusi, cristiani, sciiti, arabi sono arrivati a dichiarazioni comuni per la riconciliazione fra gruppi, famiglie e comunità alawite e sunnite, protagonisti principali del conflitto in corso, che si sono pubblicamente impegnate a “costruire una Siria riconciliata e pacifica”. E’ bene saperlo attivando le nostre conoscenze internazionali per curare una fragilissima rosa nonviolenta sbocciata nel deserto siriano.

Sergio Paronetto