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IRAQ: No, così no!

foto-mosul-unicef
Non ci rassegniamo ad una situazione che peggiora di ora in ora e degenera in tragedia per centinaia di migliaia di persone.

Non ci rassegniamo a una comunità internazionale che, mentre ricorda in questi giorni i 100 anni dall’inizio della prima guerra mondiale, appare distratta, lontana o forse in parte complice di un progetto di spartizione dell’Iraq in tre parti: Kurda, Sunnita, Sciita. Ci uniamo all’appello dell’amico Patriarca Caldeo Louis Sako e di tutti vescovi caldei riuniti in Sinodo in questi giorni: “E le minoranze come si collocano nella spartizione? e i Cristiani che fine faranno?”

Non ci rassegniamo al vedere in quella terra, culla della civiltà, spartizione dei campi petroliferi e proliferare del commercio di armamenti, con un governo iracheno che distribuisce armamenti a civili e bande irregolari reponsabili di terribili violazioni pur di ingrossare le fila dell’esercito. Ogni esportazione di armi verso l’Iraq va interrotta.

Non ci rassegniamo al vedere migliaia di famiglie fuggire, lasciando le proprie case e tutto ciò che hanno, per essere ospitate in altri villaggi nelle famiglie, nelle chiese, nelle scuole che sono però insufficienti a contenere il flusso dei rifugiati interni in fuga.

Per rispondere alla drammatica emergenza umanitaria, con particolare attenzione alle minoranze, dona ora!

http://www.unponteper.it/emergenza-iraq-dona-ora

Segue un aggiornamento su quanto sta succedendo in Iraq in queste ore nelle enclave delle minoranze.

Mentre il premier Al-Maliki alza le barricate a Baghdad e gli scontri tra forze governative e ISIS si intensificano in diverse aree del paese, tutte le minoranze subiscono pesantissimi attacchi. Nella giornata del 25 giugno ci sono stati duri scontri alle porte di Qaraqosh, a 30 km da Mosul, la principale enclave cristiana del Nord Iraq dove abitano più di 40.000 cristiani. Stando a quanto riportano gli operatori di Un ponte per… , impegnati da giorni in operazioni umanitarie per le minoranze del Nord Iraq, un gruppo di miliziani non solo dell’ISIS ha cercato di entrare in un villaggio alle porte di Qaraqosh ed è stato respinto dai Peshmerga (esercito curdo, ndr). A quel punto l’ISIS ha cominciato a bersagliare Qaraoqsh e le zone limitrofe con colpi di mortaio. Ieri, 26 giugno, tutti gli abitanti sono stati evacuati dai Peshmerga, eccetto il vescovo, quattro preti e un centinaio di uomini che si rifiutano di lasciare la città e tentano ancora di negoziare con l’ISIS affinchè interrompa il corrente assedio.

Colti dalla paura e la disperazione, dopo giorni in cui è mancata l’acqua e la luce, gli abitanti di Qaraqosh e Karemlesh hanno svuotato le città e attraversato i checkpoint per rifugiarsi nel Kurdistan iracheno. Molti di essi si trovano ora ad Ankawa, il quartiere cristiano di Erbil e sono al momento ospitate da parenti ed amici. Gli stessi collaboratori ed operatori di Un ponte per… stanno accogliendo in queste ore circa 25-40 persone per casa. La situazione è allarmante e non è chiaro se gli attacchi continueranno. Occorre urgentemente trovare spazi e risorse per i nuovi sfollati. Il vescovo di Erbil è subito intervenuto per aprire scuole, centri culturali e chiese per accogliere le persone e per trovare loro cibo e vestiti. In queste ore i checkpoint di Khazar e Kalak, alle porte di Erbil, sono di nuovo affollati.

Ma gli attacchi contro i cristiani non sono iniziati ieri.

Mosul è caduta nella mani dell’ISIS e di altri gruppi armati di opposizione al governo centrale lo scorso 10 giugno. Questo ha provocato la fuga forzata verso nord e attorno alla circostante piana di Ninewa di oltre 500.000 persone. Quasi tutti civili, in particolare appartenenti a minoranze religiose come assiri, cristiani caldei, turkmeni, shabaki e soprattutto yazidi.

Circa 10.000 persone si erano già rifugiate a Qaraqosh, da dove poi è ricominciata la fuga verso Erbil.

La piana di Ninive è particolarmente ricca di petrolio, e per questo risulta di interesse strategico sia per i Peshmerga che per l’ISIS. Le due fazioni sembrano essere ad ogni modo in una fase di posizionamento, con i secondi che probabilmente intendono testare le reali forze dei curdi, e dunque ci si potrebbero aspettare ulteriori attacchi.

Oltre a Qaraqosh, contemporaneamente a partire da domenica altri villaggi, abitati prevalentemente da sciiti turkmeni, sono stati attaccati.

Le minoranze religiose nella Piana di Ninive hanno paura.

Dal milione e mezzo di cristiani che vivevano in Iraq nel 2003, oggi ne sono rimasti circa 400.000.
E domani?


Contatti:

d. Renato Sacco, coordinatore nazionale Pax Christi, drenato@tin.it – 348-3035658
Segreteria Nazionale Pax Christi info@paxchristi.it – 055-2020375

Segreteria Un ponte per… info@unponteper.it – 06-44702906