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Caro presidente

ricchiuti

mons. Giovanni Ricchiuti vescovo di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti, Presidente di Pax Christi Italia

Cari Lettori,
a nome della redazione di Verba Volant vi auguriamo un nuovo anno ricco di occasioni, di incontri, di esperienze di pace. Vi e ci auguriamo di essere presenze non troppo “comode” lì dove siamo. Presenze scomode e parole che ci mettono in discussione e fanno riflettere come quelle del messaggio per la giornata XLVIII mondiale della pace di quest’anno.  Il messaggio  dal titolo “Non più schiavi ma fratelli” lo trovate cliccando qui. Vi invitamo a leggerlo e a farlo leggere, condividendo e riflettendo sulla nostra società e su ciò che personalmente e con le nostre comunità possiamo fare per affrettare il cammino sui sentieri di Isaia, per mettere o rimettere al centro ogni uomo. In questo nuovo anno vogliamo innaugurare una rubrica dal titolo “Adesso tocca a noi” che riprenderà parole e gesti di papa Francesco perchè possiamo metterci sulla traccia, abbracciando i temi di giustizia e nonviolenza visto che “adesso tocca a noi”!

Martino Ruppi

Al convegno di fine anno 2014 a Vicenza abbiamo incontrato il nostro nuovo presidente, mons. Giovanni Ricchiuti, vescovo di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti, gli abbiamo rivolto alcune domande in una breve intervista.

Caro Presidente,
sappiamo che per anni ha aderito a Pax Christi, cosa conosce del movimento, persone, storia? Che idea si è fatto?

Conosco Pax Christi dagli anni della mia formazione teologica nel Pontificio Seminario Regionale di Molfetta(1967 – 1972) e, al mio rientro da Roma, dopo gli studi in Sacra Scrittura, nominato parroco di S. M. M. di Misericordia(1981 – 1994), in Bisceglie,  con altri giovani sacerdoti e laici lavorammo per educare i giovani agli ideali del Movimento. Dai primi obiettori di coscienza al servizio militare, alle numerose e molteplici iniziative per la Pace, avendo come ‘compagni di viaggio’ la parola e l’esempio del  vescovo di Molfetta  + don Tonino Bello(1984 -1993). Pax Christi esercitò su di me una ottima influenza e accrebbe una sensibilità pastorale attenta ai temi della Pace, della non-violenza, della difesa non armata e della educazione dei giovani alla pace.

Negli anni del suo episcopato Don Tonino ha incontrato in seno alla CEI delle chiusure sui temi della pace e del disarmo. Quale pensa sia lo stato attuale?

E’ vero che + don Tonino Bello non riscosse sempre, ad intra, nella Chiesa, unanimità di consenso sui suoi ‘sogni’ di pace e spesso fu ritenuto, su questi temi, un utopista che non si rassegnava alla triste evidenza della logica della guerra, del commercio delle armi, della sua e nostra Puglia che vedeva molto dei suoi splendidi territori  ridotti a servitù ed esercitazioni militari. Soprattutto da alcuni politici e giornalisti ricevette risposte ostili e, talvolta, offensive. Ma attorno a lui crescevano invece il consenso e l’approvazione di tante persone e, in particolare, di tanti giovani affascinati dalla sua spiritualità audace e coraggiosa.  Attualmente mi  sembra che le cose siano cambiate: da San Giovanni Paolo II a Papa Francesco i pronunciamenti sulla ‘follìa’della guerra sono chiari ed espliciti!

Cosa ci può raccontare dei retroscena sulla sua elezione a presidente del movimento? È rimasto sorpreso?

Nessun retroscena. Gli amici di Pax Christi si sono trovati davanti alle dimissioni, per motivi di salute, di S. E. Mons. Giovanni Giudici, mio immediato e validissimo predecessore come Presidente, e quindi hanno sicuramente presentato alla CEI una rosa di nomi, tra cui il mio, del futuro Presidente. Ho accettato per i motivi di cui sopra con disponibilità e con fiducia.

Dopo le presidenze di Pax Christi di mons. Bettazzi, don Tonino e gli altri, che idea si è fatto sul ruolo del presidente del movimento?

La presidenza, così penso, è prima di tutto messaggio di vicinanza dei vescovi italiani a Pax Christi e di  accompagnamento e sostegno all’azione educativa e formativa, nella Chiesa e nella società, di una coscienza di pace, di condivisione con altri movimenti ed associazioni di pace e di coinvolgimento personale nel rendere presenti le istanze e i progetti del movimento.

Vorremmo a nome di tutti i lettori farle gli auguri vivissimi per la nomina a nostro presidente sperando di poterlo fare presto di persona come hanno fatto i partecipanti al convegno.

Ringrazio te e i lettori per i vostri auguri che mi pervengono graditissimi!

+  don Giovanni