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Marcia Nazionale della Pace a Vicenza

(Vicenza – 31 dicembre 2014)

MARCIA NAZIONALE DELLA PACE

(CEI, Pax Christi, Caritas, Azione Cattolica)

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1. A nome di Pax Christi Italia e di Pax Christi Vicenza in particolare, rivolgo il benvenuto a tutti voi presenti questa sera a Vicenza. Ci troviamo in una città altamente militarizzata. In essa, da qualche anno, come tutti voi sapete, si è sviluppata una lotta, in seguito all’imposizione alla città di costruire, nell’ex campo di aviazione Dal Molin, una nuova base militare americana, ora costruita e denominata “Dal Din”.

Molti cristiani di questa Diocesi, insieme a cittadini consapevoli, hanno ampiamente manifestato e operato affinché la nuova base militare non venisse costruita, tenendo conto che la città e i suoi dintorni sono già occupati da realtà che hanno ospitato perfino materiale nucleare: non lontano da dove ci troviamo, di là di questo colle, si trova il Site Pluto, dove per decenni sono state immagazzinate testate nucleari.

La nostra Marcia di fine anno si svolge, dunque, in questa città, tanto bella, al punto da essere “Patrimonio mondiale dell’Unesco”, quanto espressione del militarismo che promuove e perpetua le guerre.

A nulla sono valsi l’impegno e la protesta dei cittadini e dei cristiani, i quali hanno espresso una saggia azione politica e una forte testimonianza evangelica che niente e nessuno potrà mai cancellare. Siamo qui per rendere grazie a Dio di questa azione civile e di questa testimonianza cristiana, oltre che per chiedere perdono delle nostre pavidità, dei nostri opportunismi, dei nostri compromessi.

2. Il territorio vicentino, inoltre, è stato già teatro, cento anni fa, della Grande Guerra, “orrenda carneficina”, “suicidio dell’Europa civile”, “inutile strage”, come affermava Benedetto XV°. Il Monte Pasubio, l’Altipiano di Asiago, il Monte Grappa, furono scenario di immense tragedie. La Grande Guerra fu una sconfitta per tutta l’Europa e per l’umanità intera: esse uscirono dal conflitto con quel senso di colpa che, nel nostro Paese, solo la retorica fascista riuscì a coprire, per celebrare la “vittoria”, e per predisporsi, di lì a non molti anni, ad una nuova, Seconda guerra mondiale.

Il papa, il 25 maggio del 1915, scriveva una lettera, di cui il passo più significativo è questo: “Ci ascoltino, (dicevamo), coloro che hanno nelle loro mani i destini dei popoli. Altre vie certamente ci sono; vi sono altre maniere onde i diversi diritti possano avere ragione: a queste, deposte intanto le armi, essi ricorrano, sinceramente animati da retta coscienza e da animo volenteroso” (vedi Giuseppe Dossetti jr, 2014. Cento anni non sono bastati, Edizioni San Lorenzo, 2012, p. 65, nota 24).

3. Con Papa Francesco, oggi profeta di pace come un pastore deve essere, siamo qui, perciò, per pregare e per marciare affinché si “depongano le armi”, a partire dalla nostra città, e si cerchino “altre vie” per risolvere gli eventuali conflitti che sorgono nel mondo. Siamo qui per implorare l’aiuto del Signore affinché il mondo sia libero dalla schiavitù principale, che è quella della guerra e della sua preparazione.

Concludiamo, prima di disporci alla preghiera, con un pensiero di un testimone che non ha avuto paura di prendere posizione per i due tesori che come cristiani e come cittadini abbiamo: il Vangelo e la  Costituzione. Si tratta di don Giuseppe Dossetti: “più ci si immerge nel Nuovo Testamento e se ne vedono le ragioni supreme e si considerano i cardini fondamentali dell’opera messianica, più si deve dedurre che il bene fondamentale che gli uomini devono darsi reciprocamente è quello della pace” (Giuseppe Dossetti, Per una testimonianza evangelica della pace, in Il Vangelo nella storia. Conversazioni 1993-1995, Paoline, 2012, p. 124).

Con questi pensieri vivremo la nostra Preghiera e la nostra Marcia.

don Maurizio Mazzetto

(Pax Christi Vicenza)