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Nigeria. Nuova carneficina di Boko Haram

cartina della Nigeria

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Sarebbe stata com­ple­ta­mente deva­stata la città di Baga, impor­tante cen­tro com­mer­ciale di circa 10.000 abi­tanti e sede della Multi-National Joint Task Force (Mmjtf), la forza mul­ti­na­zio­nale com­po­sta da sol­dati pro­ve­nienti da Nige­ria, Ciad e Niger (seb­bene a essere di stanza lì sareb­bero solo i sol­dati nige­riani) il cui quar­tier gene­rale è caduto nelle mani degli isla­mi­sti sabato scorso. Stando a quanto ripor­tato dalla Bbc che cita un alto fun­zio­na­rio locale, Musa Alhaji Bukar, si teme che siano state uccise circa 2.000 persone. A con­fer­mare l’accaduto è stato anche Gamandi Abu­ba­kar, a capo del sin­da­cato dei pesca­tori della zona.

Una stima non con­fer­mata, pro­dotta in base delle testi­mo­nianze di migliaia di sfol­lati in fuga verso Mai­du­guri, la capi­tale dello stato del Borno distante circa 200 chi­lo­me­tri, e il vicino Ciad. Più di 20.000 sfol­lati pro­ve­nienti da Baga e dai vil­laggi cir­co­stanti si tro­vano in un campo a Mai­du­guri», ha pre­ci­sato Musa Bukar.

Quello di mer­co­ledì è il secondo raid lan­ciato da Boko Haram nella regione nel giro di pochi giorni. In cen­ti­naia pesan­te­mente armati avreb­bero attac­cato e preso il con­trollo della città di Baga dopo diverse ore di com­bat­ti­mento, della base mili­tare e dei vil­laggi cir­co­stanti già sabato scorso.
I resi­denti in fuga sareb­bero stati inse­guiti da mili­ziani a bordo di moto­ci­clette e tru­ci­dati: «I corpi giac­ciono ancora nella bosca­glia intorno ma non è pru­dente andare a cer­carli per sep­pel­lirli», ha rife­rito Bukar. In molti sareb­bero anne­gati nel ten­ta­tivo di attra­ver­sare il lago Ciad. Men­tre circa 600 per­sone sareb­bero bloc­cate su un’isola del lago senza cibo, ha reso noto Gamandi Abu­ba­kar in con­tatto tele­fo­nico con loro:«Alcuni stanno morendo a causa della man­canza di cibo, del freddo e della mala­ria, su quest’isola infe­stata dalle zan­zare».

I fil­mati della Reu­ters mostrano decine di civili in attesa sulle strade di sab­bia alla peri­fe­ria di Baga per di pren­dere gli auto­bus e lasciare la città, por­tando con sé sac­chi di vestiti e mate­rassi arro­to­lati. Baga è tri­ste­mente bal­zata nelle cro­na­che internazionalall’inizio del 2013, quando decine di per­sone, in gran parte civili, ven­nero uccise durante i com­bat­ti­menti tra la forza mul­ti­na­zio­nale e Boko Haram. In tanti ven­nero bru­ciati vivi nelle loro case.

Con la presa di Baga e del quar­tier gene­rale della Multi-National Joint Task Force (Mmjtf), Boko Haram con­trolla ora tutti e tre i con­fini dello stato del Borno con il Niger, il Ciad e il Came­run. Cosa che secondo molti ana­li­sti met­te­rebbe gli isla­mi­sti nella posi­zione ideale per lan­ciare facil­mente nuovi attac­chi sia nell’entroterra della Nige­ria, com­presa la città di Mai­du­guri, che nelle regioni limi­trofe.

Con tutto ciò che com­porta per Boko Haram il con­trollo di ampie zone di fron­tiera, vale a dire la dispo­ni­bi­lità di facili canali per il rifor­ni­mento di armi non­ché di una base di reclu­ta­mento più ampia per allar­gare i suoi ran­ghi. Secondo quanto rife­rito giorni fa dal par­la­men­tare Maina Maaji, Boko Haram avrebbe già il con­trollo del 70% dello Stato del Borno.

Nel loro ten­ta­tivo di instau­rare uno stato isla­mico nige­riano, gli isla­mi­sti solo negli ultimi sei mesi sono riu­sciti a pren­dere più di due doz­zine di città nel nord-est della Nige­ria. Ora, con la débâ­cle di Baga, Mai­du­guri risulta accer­chiata e più vul­ne­ra­bile a cadere nelle loro mani.

Cin­que anni di insur­re­zione e lotta di Boko Haram con­tro il governo nige­riano per instau­rare un calif­fato locale, hanno fatto circa 1,5 milioni di sfol­lati e migliaia di vit­time, più di 2.000 solo l’anno scorso. A nulla sono valsi i ten­ta­tivi del pre­si­dente uscente Good­luck Jona­than (impe­gnato nella com­pa­gna elet­to­rale per il rin­novo del man­dato pre­si­den­ziale alle pros­sime ele­zioni di feb­braio) di con­tra­stare la loro capa­cità di presa del territorio.

Rita Plantera

Cape Town, 9 gennaio 2015, Nena News