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Nessuna Consolazione per gli Oppressi

(05/03/2104)

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Il giorno 12 gennaio 2014 abbiamo pubblicato una storia. Quella di alcuni Palestinesi dei Territori Occupati che per ottenere il visto per poter venire in Italia devono saltare il Muro dell’Apartheid con rischi enormi per la propria incolumità.

Successivamente è apparsa la seguente nota sul sito del Consolato Italiano a Gerusalemme:

“IL CONSOLATO GENERALE D’ITALIA A GERUSALEMME COMUNICA: SI INFORMA CHE A PARTIRE DA OGGI 13 GENNAIO 2014 È OPERATIVO A RAMALLAH L’UFFICIO DOVE CHIUNQUE NON POSSA RAGGIUNGERE LA SEDE DEL CONSOLATO A GERUSALEMME POTRÀ PRESENTARE LA PROPRIA DOMANDA DI VISTO.


PER ULTERIORI INFORMAZIONI SI PREGA CONTATTARE VFS GLOBAL RAMALLAH AL SEGUENTE NUMERO TELEFONICO 02 2967478 ”

Dietro mia richiesta, amici di Ramallah hanno provato a telefonare per ottenere dei dettagli al riguardo, ma nessuno rispondeva al telefono. Dopo vari tentativi hanno scoperto che il numero è quello dell’agenzia ARAMEX. Con tre impiegate palestinesi che parlano solo l’arabo e l’inglese, si tratta di un ufficio che presta servizio all’

Italia, al Belgio e alla Spagna, per sbrigare alcune pratiche tipo visti di breve durata per i paesi Schengen.

A Gerusalemme Est, per contro, è stato verificato che esiste solo un ufficio della Cooperazione Italiana. Gli altri servizi consiliari non ci sono e bisogna perciò riferirsi alla sede principale che si trova a Gerusalemme ovest. Questo ovviamente se si ha il permesso di attraversare i numerosi check point. Sennò bisogna arrangiarsi come meglio si può: amici o salto del Muro, per l’appunto.

Paiono proprio finiti i tempi quando esisteva un vero e proprio Consolato per tutte le pratiche. Pochi giorni fa, Michele Giorgio sul Manifesto ha poi anche dato l’ennesima testimonianza della sostanziale impotenza dei funzionari italiani presenti sul luogo.

Un Consolato istituito per servire un dato territorio, che tiene i suoi uffici fuori dalla portata degli abitanti del territorio stesso, non può essere che un indizio di sostanziale indifferenza per quelle persone.

Pubblicare una nota sul proprio sito, in cui si annuncia l’apertura di un ufficio che in realtà è già esistente ed ha altre limitate funzioni, suggerisce più una prova di coscienza sporca.

La vera faccia della politica italiana, al di là delle prese di posizione ufficiali e degli sporadici impegni finanziari, che lascia l’occupazione che trova e attende passiva la soluzione finale.

(FD)