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Ricordo di don Giulio Battistella

Ricordo con grande commozione e immensa gratitudine don Giulio Battistella nel suo “giorno pasquale”. Educatore e amico di molti, prete laico credente, è stato uomo locale e globale, uno dei promotori del movimento “Beati i costruttori di pace”, esperto in economia di giustizia, narratore di esperienze sudamericane prima presso il seminario dell’America latina con il “Sial” poi come missionario in Argentina e a Cuba (dove ha subito un incidente grave), fondatore della Rete dei nuovi stili di vita, animatore dei movimenti per i beni comuni, collaboratore di “Nigrizia” e di “Combonifem”, amico di don Tonino Bello con cui è stato a Sarajevo nel dicembre 1992. L’ho incontrato più volte in tante iniziative, piccolo, minuto, fermissimo nel rifiuto di ogni forma di violenza (dall’alto e dal basso), sobrio e attivissimo con gesti semplici e parole chiare. Per me è stato ed è volto della nonviolenza come mitezza forte, come speranza operosa, con profezia quotidiana, come vita gratuita e sobria. Conoscendolo da sempre, lo sento presente nella mia vita, nei movimenti per la pace e in Pax Christi che prega per lui (e per chi l’ha conosciuto) con dolce affetto, con le stesse parole di Tonino Bello che don Giulio ha collocato all’inizio di un suo libro (“Nuovi stili di vita”): “Maranathà, vieni Signore. Vieni nel mio giardino, l’inverno se ne andrà…Ti aspetto, non tardare. Ora la pioggia è cessata. Ma il vento mi riporta insieme flebili belati, ululi lontani e riverberi di muggiti. Chissà che non siano l’agnello e il lupo, o la pantera e il capretto, o la mucca e l’orsa, che cominciano a fare le prove della convivenza? Dal suolo si leva una fragranza di polvere spenta. Nella pozza qui accanto si riflette ancora un corteggio di nuvole. A a Sud l’orizzonte si è schiarito. E sulla curva del cielo risplende l’arcobaleno. Maranathà. Arrivederci Gesù”.
Sergio Paronetto (vicepresidente di Pax Christi Italia)

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