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Una luce. Una rosa

Luce. Dopo la giornata di preghiera e di digiuno promossa da papa Francesco per la pace in Siria e in Medio Oriente, qualche luce si sta accendendo. Nonostante ipocrisie e incoerenze (di chi digiuna il 7 settembre ma continua a organizzare la corsa agli armamenti), si sta diffondendo una nuova consapevolezza riguardo l’uso degli interventi militari. Si parla, finalmente, di commercio delle armi. L’Onu sembra risvegliarsi. La Siria sembra accettare la proposta di controllo-distruzione delle armi chimiche. Forse sta ripartendo un movimento di pace più ampio, maturo e concreto.
Rosa. Da parte mia nell’immediato penso sia necessario sostenere quanti in Siria operano per la pace nonviolenta. Devono diventare protagonisti di ogni negoziato. Il governo italiano può renderli visibili e protagonisti.Tra gli invisibili c’è anche il movimento Mussalaha (Riconciliazione), nato per colmare il vuoto provocato dal rumore omicida delle armi, che ha già ha coinvolto centinaia di alawiti, sunniti, sciiti, drusi, cristiani, arabi con dichiarazioni e iniziative comuni per la riconciliazione fra gruppi, famiglie e comunità coinvolte nel conflitto in corso.
 
Non ci si può arrendere a considerare la Siria lo scacchiere del gioco geopolitico tra potenze o i paesi arabi. Occorre far emergere la forza politica della nonviolenza.
Occorre aiutare un cantiere di riconciliazione per placare lo scontro nei villaggi e quartieri, realizzare accordi di tregua, spazi smilitarizzati, iniziative di riconciliazione radicate nel dialogo operativo tra cristiani e musulmani.


Occorre custodire la luce nella notte. Coltivare la rosa nel deserto.

Sergio Paronetto (vicepresidente di Pax Christi)