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Don Tonino Bello nel ricordo di mons. Bettazzi

Monsignor Bettazzi e monsignor Giudici ad un convegno a Pavia

Monsignor Bettazzi e monsignor Giudici ad un convegno a Pavia

Il 20 aprile 1993 si spegneva a Molfetta monsignor Antonio Bello, conosciuto come “don Tonino”, vescovo di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, presidente di Pax Christi Italia dal  1985 al 1993

Monsignor Luigi Bettazzi, vescovo emerito di Ivrea, ha ricoperto per oltre un decennio il ruolo di Presidente di Pax Christi Italia per poi assumere, nel 1978, la presidenza di Pax Christi International. Con monsignor Tonino Bello, suo successore, partecipò nel 1992 alla marcia di Pax Christi che giunse fino a Sarajevo: “Ricordo molto bene il discorso che don Tonino fece in quel cinema di Sarajevo alla luce delle fiaccole. Un discorso vero, concreto, diretto, articolato in tre punti. Don Tonino prese la parola per dire che eravamo giunti fino lì per dire ai nostri fratelli che eravamo loro vicini e che il mondo non li aveva dimenticati. In secondo luogo che eravamo giunti fin lì per richiamare le nostre responsabilità nel conflitto, nostre di europei e di italiani. In terzo luogo, per ribadire che in mezzo a quella violenza e a quella ferocia l’unica risposta possibile era quella della nonviolenza. Lo disse in quel cinema disadorno, senza luce, in mezzo a gente che soffriva”.

 Dal 1985, don Tonino Bello, vescovo di Molfetta, fu presidente nazionale e leader carismatico, non solo di Pax Christi ma di tutto il movimento pacifista in Italia, fino al 1993, anno della sua morte.

Monsignor Bettazzi ricorda del vescovo Tonino Bello il costante richiamo al Concilio: “Il Vaticano II è diventato per lui un punto di riferimento. Se penso alle costituzioni conciliari, don Tonino le ha vissute concretamente”. Monsignor Bello ha profondamente incarnato le quattro costituzioni conciliari: “Don Tonino era “mandato” in mezzo alla gente, in mezzo ai più poveri, per far loro sentire la solidarietà, per essere solidale con i più umili e i più poveri. Don Tonino incarnava questi ideali nella vita di tutti i giorni che costruiva sulla Parola di Dio che sentiva viva e operosa”. Monsignor Bettazzi ricorda anche gli scritti di monsignor Bello ai personaggi dell’Antico Testamento: “Attraverso le donne e gli uomini di ieri si rivolgeva alle donne e agli uomini di oggi. Quando scriveva a San Giuseppe, don Tonino si rivolgeva alle persone umili, quando scriveva a Sara e alle altre donne dell’Antico Testamento, egli parlava della speranza. Quando scriveva ad Abramo, parlava agli uomini di fede”.

 Prosegue monsignor Bettazzi: “Don Tonino sentiva la presenza viva di Gesù. Dinanzi al Tabernacolo meditava i suoi discorsi e i suoi interventi. Sentiva la misericordia del Signore che lo spingeva ad essere al servizio degli ultimi. Don Tonino vedeva la Chiesa come Chiesa del grembiule, che deve essere accanto a coloro che più sono in difficoltà”.

Infine monsignor Bettazzi conclude con un riferimento a Papa Francesco: “Sento vicini don Tonino Bello, che fu criticato per questi atteggiamenti, e Francesco. Il Papa sta rivalutando questo atteggiamento di servizio e solidarietà”.