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I vescovi lombardi: il volto di Cristo e la Costituzione


I fenomeni della migrazione «domandano di essere affrontati entro prospettive più ampie. L’arrivo dei migranti e dei profughi «costituisce una sfida e un impegno morale per le comunità cristiane: parrocchie, enti, istituzioni religiose sono chiamati a continuare il loro servizio per un’autentica integrazione». Così si esprimono, in un documento comune, i vescovi della
Lombardia, che si sono riuniti l’11 e 12 aprile a Villa Cagnola di Gazzada (Varese) per la Conferenza episcopale lombarda, presieduta dall’arcivescovo di Milano il cardinale Dionigi Tettamanzi.

Pur riconoscendo «le difficoltà di organizzare l’emergenza» i vescovi lombardi ritengono che «occorre fare in modo che si dia ai rifugiati, senza ritardi, un’accoglienza organizzata e competente», in maniera «decentrata e diffusa». Solo questa modalità «sottrae alla tentazione dell’illegalità, e al possibile sfruttamento della malavita». Per i pastori delle Chiese di Milano, Bergamo,
Brescia, Como, Crema, Cremona, Lodi, Mantova, Pavia e Vigevano è «anzitutto necessario recuperare il volto autentico dell’uomo. Come cristiani noi vediamo in ognuna delle persone migranti l’immagine del Padre e il volto stesso di Cristo.

Da cittadini facciamo riferimento all’articolo 10 della Costituzione italiana». Oltre a ricordare il diritto d’asilo, i vescovi chiedono che «non manchi mai il rispetto per la libertà religiosa di ognuno». SP