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dal Punto Pace di Bologna

Il Punto Pace di Bologna ha recentemente promosso una giornata di studio dedicata alla difesa non armata: un tema che continua ad essere poco preso in considerazione, se non osteggiato, a causa della ‘cultura di guerra’ nella quale siamo purtroppo immersi; ma proprio per questo, Pax Christi si sente – o dovrebbe sentirsi – particolarmente chiamata nel valorizzarne i presupposti e impegnata nel delineare proposte concrete di attuazione.

E’ quanto avvenuto nel convegno, intitolato: ‘Per una difesa senza le armi – Proposte politico-economiche’, che si è svolto il 27 ottobre al teatro Bellinzona di Bologna.

Sono intervenuti personaggi di grande competenza ed esperienza nella ricerca per la pace. Partendo da un approccio di tipo storico-sociologico (Alberto L’Abate, Università di Firenze) sono stati affrontati gli aspetti etici (Luigi Lorenzetti, Gianni Sabatini, Fabio Corazzina), quelli economici (Gianni Alioti, Fim-Cisl di Genova), al fine di individuare alcune proposte di tipo anche politico (Antonino Drago, Università di Pisa). A questo tipo di riflessione si è aggiunta la testimonianza di un obiettore di coscienza del GAVCI e di due volontarie dell’Operazione Colomba impegnate in operazioni di pace all’estero.

Il tutto per dire che la difesa nonviolenta e dunque non-armata è, oltre che possibile, assolutamente in linea con il messaggio evangelico. Non solo: l’Italia si trova – ha spiegato A.Drago – gravemente inadempiente, rispetto al dettato costituzionale, che – grazie a vari pronunciamenti della Corte Costituzionale – assegna alla difesa non armata lo stesso valore di quella armata, e dunque stabilisce, per ogni cittadino/a, il diritto/dovere di concorrere alla difesa della patria anche con mezzi e attività non militari. Lo Stato, invece, oggi riserva in pratica tutto il suo appoggio finanziario alla difesa di tipo armato. Su questo punto è mancato il tempo per approfondire – come era invece nelle intenzioni originarie – ipotesi e prospettive di una proposta di legge sull’opzione fiscale, che permetterebbe ai singoli cittadini la scelta sulla destinazione d’uso delle proprie tasse, e che permetterebbe di poter finanziare legalmente anche una difesa di tipo nonviolento. Ancora oggi, invece, chi prova ad opporsi a questo sistema democraticamente ingiusto (in quanto non rispetta fino in fondo le scelte dei cittadini obiettori di coscienza) viene sanzionato, anche pesantemente, come è successo a Don Gianni Sabatini, della diocesi di Terni, che ha raccontato la sua passata esperienza di obiettore fiscale, supportata dalle ragioni della sua visione pacifista di credente. La contrarietà di fede ad ogni tipo di guerra – e dunque a favore della scelta nonviolenta – è stata esposta sia da una prospettiva teologica d tipo morale (padre Luigi Lorenzetti, dello studio Teologico Antonianum di Bologna) che di tipo più pastorale (Don Fabio Corazzina, del Punto Pace di Brescia, il cui intervento è stato calibrato, in particolare, per gli studenti di due classi quinte superiori, coinvolte nella mattinata). Un tocco di ufficialità all’incontro è stato segnato dal saluto e messaggio di Mons. Luigi Bettazzi, il quale, pur non riuscendo a partecipare di persona, aveva lasciato una sua testimonianza che è stata videotrasmessa.

Tutto il convegno è riascoltabile nel sito http://www.paxchristibologna.it/incontro_20121027.html, dove è anche consultabile la Mozione Finale scaturita dall’Assemblea.

 

Maurizio Burcini