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La ‘perpetua’ di don Milani

 (07/11/2011)

Sabato 2 Novembre ho visitato Barbiana con il collettivo giovani di Pax Christi. Non ero mai andato prima, pur essendo passato spesso nelle vicinanze. Qualcosa inconsciamente mi ha sempre dissuaso dal farlo. Sabato scorso ho preso la palla al balzo, con la scusa di accompagnare il gruppo di giovani che sta crescendo all’interno del nostro movimento.

Barbiana è situata nel comune di Vicchio. Si sale per una stradina stretta ma ben tenuta. Belle colline verdi, oliveti, case restaurate e agriturismi. Ho capito allora perché l’istinto mi ha tanto a lungo impedito di andare: la Barbiana di don Lorenzo non è più qui, è altrove.

Dopo aver ascoltato  Michele Gesualdi nella famosa scuola, siamo andati al piccolo cimitero. Fra tombe antiche  di persone ignote a causa di lapidi dal tempo usurate, abbiamo sostato davanti alla tomba di don Milani. Lì accanto però ho notato le tombe di due donne con lo stesso cognome, Pelagatti, ed età tali da far presumere che fossero madre e figlia.

Dentro la cappellina, attaccati sul muro ho poi letto due articoli su la più giovane di esse, Eda. Mi sono commosso a leggere i ricordi degli allievi. Non avevo mai sentito parlare di lei prima. O, se anche fosse, non me ne è rimasta traccia alcuna. Un’indicatore, direbbe Marinella Perroni. Un paio di ragazzi hanno commentato sull’importanza di una presenza materna in ogni nucleo umano. Un altro indicatore. 

Indicatori di cosa?

In una serata a Calci alcune settimane fa, la teologa Tea Frigerio faceva notare come il Gesù dei Vangeli cambi atteggiamento dopo gli incontri con le donne. Cioè come da esse Gesù impari l’umanità e si spogli dei suoi attributi divini di fronte  alle difficoltà del vivere e alla concretezza del patire.

Ha detto Carlo Maria Martini: la chiesa è indietro di 200 anni. Forse anche più: quasi 2 millenni.

(FD)