“Ecco, lo diciamo forte: è davvero insopportabile questa retorica sulla guerra sempre più incombente e asfissiante”. Continuano ancora ad arrivare le firme di altri preti da tutta Italia per approvare l’APPELLO SUI CAPPELLANI MILITARI condividendo la loro indignazione per il paginone su Avvenire dedicato alle vittime della assurda carneficina in Afganistan, anzi, a quelli che vengono chiamati “EROI PER LA PACE”…
LEGGI QUI l’approfondimento di Giancarla Codrignani http://www.mosaicodipace.it/
e l’Editoriale di Mosaico di Pace di Settembre
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9 agosto 2012, commemorazione della uccisione del
Beato Franz Jagerstatter
obiettore di coscienza al militare e alla guerra
Eroi per la pace o vittime della guerra?
Davanti ad ogni vita umana stroncata è doveroso un rispetto profondo. Ma proprio in nome di tutte le vittime delle guerre, chissà quanti lettori di Avvenire sono rimasti scossi per quell’intera pagina dedicata agli “eroi per la pace”, e a quella realtà così “convergente” di soldati e cristiani. (8 agosto 2012, pag.3).
Ecco, lo diciamo forte: è davvero insopportabile questa retorica sulla guerra sempre più incombente e asfissiante.
Da sempre l’esperienza cristiana ci ha impegnato nella cura della “missione” e ci scandalizziamo ogni volta che un cristiano infanga questo valore confondendolo con le guerre -chiamate appunto “missioni di pace”- ma in realtà “avventura senza ritorno”.
Da sempre abbiamo presentato ai cristiani gli eroi della fede e ci scandalizziamo se ora volete rappresentarli con le armi in mano e, per nascondere le responsabilità di tanto sangue versato in questa “inutile strage”, fate diventare “eroi per la pace” questi giovani strappati alla loro vita, vittime della guerra.
Ci colpisce non veder affiorare nemmeno uno degli interrogativi che gli italiani e i cristiani si pongono ormai da anni, assistendo alla fallimentare carneficina afgana: La nostra presenza militare in Afghanistan costa 2 milioni di euro al giorno, e quali sono i risultati? Se li avessimo investiti in aiuto alla popolazione con ospedali, scuole, acquedotti non avremmo forse tolto consenso ai talebani e ai signori della guerra? E delle vittime in ‘campo nemico’ chi se ne occupa? Abbiamo i numeri esatti dei morti e feriti italiani! E quante sono le vittime irachene o afghane? Forse dobbiamo rassegnarci a considerare le migliaia di esseri umani uccise in questa assurda guerra solo “effetti collaterali”?
Ci colpisce molto leggere che anche l’Ordinario militare si allinea a questa retorica della guerra dichiarando, per esempio che fare il militare è “una professione aperta al bene comune e allo sviluppo della famiglia umana” oppure sostenendo che “i cappellani militari sono parroci senza frontiere, impegnati in una pastorale specifica sul fronte della pace”. Ce ne vuole davvero a descrivere “l’aeroporto di Ciampino dove arrivano le salme dei nostri soldati uccisi” come “una scuola di fede”. E ancora “Essere cristiani ed essere militari non sono dimensioni divergenti”. Come cristiani e come sacerdoti restiamo stupiti per questo assai strano insegnamento magisteriale e, alla luce del Vangelo, siamo sconcertati.
Siamo certi che anche il Direttore di Avvenire, oltre che ovviamente il Vescovo Pelvi, ben conosca la sapienza ecclesiale, supportata dal Magistero della Santa Sede, che ci ha insegnato a discernere i diversi modi di affrontare i conflitti internazionali, a partire dalle testimonianze dei primi martiri cristiani, che rifiutavano il servizio militare e non bruciavano il grano d’incenso all’Imperatore considerato una divinità. Come non ricordare il martirio di S. Massimiliano (295 d.C.) condannato a morte “poiché, con animo irrispettoso, hai rifiutato il servizio militare” “quia in devoto animo militia recusasti”) E quante testimonianze di martiri dei nostri giorni abbiamo ancora da raccontare.
Proprio oggi, 9 agosto la Chiesa ricorda il Beato Franz Jagerstatter, obiettore di coscienza contro il servizio militare nel III Reich di Hitler (mentre la maggior parte dei cattolici combattevano) e per questo ghigliottinato il 9 agosto 1943. E’ stato Papa Benedetto XVI, nel 2007, a proclamarlo beato e martire nel suo opporsi al servizio militare e alla guerra!
Chiediamo di aprire un confronto serio e schietto sul tema della guerra, del servizio militare, oggi non più legato all’obbligo della leva, e della presenza dei Cappellani tra i militari, magari proprio con il Direttore di Avvenire e l’Ordinario militare. L’unica occasione di confronto risale al lontano 1997, in un convegno a Firenze promosso da Pax Christi, con un rappresentante dell’Ordinario Militare. Come era stato detto allora ribadiamo l’esigenza che “ si ritorni a discutere sul ruolo dei Cappellani Militari, non per togliere valore alla presenza e all’annuncio cristiano tra quanti, soprattutto giovani, stanno vivendo la vita militare, ma per essere più liberi, senza privilegi e senza stellette”.
A 50 anni dall’apertura del Concilio Vaticano II crediamo doveroso riaprire un riflessione seria sulla condanna della guerra e sulle strade che sono chiamati a percorrere gli operatori di pace.
Don Alfio Carciola, Catania
Don Andrea Bigalli, Firenze
Don Antonio Uderzo, Vicenza
Don Carmine Miccoli, Lanciano
Don Claudio Mainini, Milano
Don Diego Fognini, Morbegno
Don Fabio Corazzina, Brescia
Don Francesco De Lucia, Molfetta
Don Franco De Pieri, Mestre
Don Gabriele Scalmana, Brescia
Don Gianluca Grandi, Imola
P. Giovanni Notari, Catania
Don Luca Facco, Padova
Don Mario Costalunga, Vicenza
Don Maurizio Mazzetto, Vicenza
Don Nandino Capovilla, Venezia
Don Paolo Quatrini, Fiano Romano
Don Pierluigi Di Piazza, Udine
Don Renato Sacco, Verbania
Don Renzo Stefani, Belluno
Don Dino Campiotti, Novara
Don Roberto Geroldi, Ortona
Don Albino Bizzotto, Padova
Don Giacomo Tolot, Pordenone
Don Salvatore Resca, Catania
Don Salvatore Leopizzi, Gallipoli
Don Tonio Dell’Olio, Assisi
Don Luigi Fontanot, Udine
Don Flavio Luciano, Cuneo
Don Gianni Gambin, Padova
Don Oreste Aime, Torino
Don Piergiorgio Rigolo, Pordenone
p. Mario Menin, Brescia
Don Walter Fiocchi, Alessandria
Don Ernesto Bozzini, Novara
Don Giuseppe Dossetti, Reggio Emilia
Don Alberto Vitali, Milano
Don Pierluigi Sartorel, Fortaleza (Brasile)
Don Federico Schiavon, (Brasile)
Don Giancarlo Moneta, Montevideo (Uruguay)
Don Toni Revelli, Torino
Don Gianni Novelli, Roma
p. Giovanni Sarubbi, Avellino
Don Claudio Raspollini, Firenze
Don Giuseppe Gambardella, Pomigliano d’Arco
Don Carlo Sansonetti, (Costa Rica)
Don Agostino Rota Martir, Pisa
Don Aldo Antonelli, L’Aquila
Don Italo Scoccia, Macerata
Don Ermanno Michetti, Fermo
Don Gabriele Carlotti, Reggio Emilia
Don Francesco Ondedei, Bologna
Don Antonio Cecconi, Pisa
Don Angelo Casati, Milano
Don Piergiorgio Menotti, Verbania
Don Giovanni Martini, Firenze
Don Alberto Boschi, Nicaragua
Don Leo Rosa, Chieti
p. Gianluigi Signori
Don Pasquale Iannamorelli, Sulmona
Don Gianni Giuliari, Verona
Don Mario Moriconi, Fermo
fr. Antonio Maria Santini, Vicenza
Don Eugenio Morlini, Reggio Emilia
Don Roberto Bertodi, Reggio Emilia
fra Domenico Cremona, Novara
p. Ennio Staid, Novara
Don Franco Ramella, Novara
fr. Alessandro Cortesi, Pistoia
p. Raffaele Previato, Novara
Don Massimo Biancalani, Pistoia
fr. Tommaso Bogliacino, Brescia
fr. Ettore Marangi, Ostuni
Don Lino Allegri, Fortaleza (Brasile)
Don Giorgio De Capitani, Rovagnate (Lecco)
Don Giordano Goccini, Reggio Emilia
Don Lino Allegri, Fortaleza, Brasile
Don Gianfranco Poma, Pavia
Don Silvio Bertolo, Condove Torino
Don Paolo Barci, Vicenza
Don Andrea Ruberti, Lucca
Don Adriano Cifelli, Campobasso
Don Angelo Pioli, Lucca
Don Emanuele Previdi, Bergamo
Don Carmelo Francesconi, Rovereto
frate Francesco Rigobello, Trieste
Don Massimo Mapelli, Milano
Don Nur el din Adel Nassar, Novara
Don Giorgio Pugliese, Monopoli
Don Roberto Sciolla, Cagliari
Don Giuseppe Aquilanti, Viterbo
Don Renato Rebuzzini, Paderno D. (Mi)
p. Pierangelo Giuseppe, Caserta
p. Carlo Torriani, Mumbai, (India)
d. Marco Limodio, Salerno
Don Andrea Ramacciotti, Lucca
Don Pietro Mari, Salerno
Don Ciro Miele, Foggia
Don Lidio Foffano, Venezia
p. Roberto Jokanovic, Pisa
Don Angelo Nigro, Verbania
p. Filippo Rota Martir, Roma
Don Marcello Pulvirenti, Acireale
Don Benedetto Labate, Bari
Don Gianni De Robertis, Bari
Don Vincenzo Viglante Nueva Palmira (Uryguay)
Don Giorgio Scatto, Venezia
Don Enrico Torta, Venezia
Don Lionello dal Molin, Venezia
Don Gianni Manziega, Mestre
Don Alfredo Basso, Venezia
p. Biagio Falco, Melfi