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Mali, continuano le tensioni nel Nord

cartina del Mali

La ragione che continua ad alimentare gli scontri nel nord del Mali tra i ribelli tuareg del Movimento nazionale di liberazione dell’Azawad (Mnla) e gli uomini di Ansar Al Din, gruppo legato ad Al Qaeda nel Maghreb islamico (Aqmi), sembra essere ancora il controllo della città settentrionale di Timbuctù, nel Mali.

Secondo la Misna (Missionary International Service News Agency), i bilanci delle vittime degli scontri sono ancora “incerti e difficili da verificare”. E’ fuori discussione, però, che siamo in presenza di una violenza crescente che semina il terrore nell’area: anche prendere un autobus è diventato pericoloso dopo i recenti episodi di attacchi da parte di gruppi musulmani.

I contrasti tra le due fazioni non sono una novità, ma il mese scorso c’è stato un inasprimento della situazione quando è saltato un progetto di fusione tra i due gruppi che prevedevano di unirsi per creare uno Stato islamico indipendente nel Nord. Gli scontri sono nati prima di tutto dentro il gruppo dei tuareg: non tutti, infatti, erano d’accordo con l’applicazione della sharia (la legge islamica), nelle regioni settentrionali.

Secondo quanto riferito dalla Misna, il patriarca tuareg degli Ifoghas, Intalla Ag Attaher, ha sottolineato, in una lettera scritta l’8 giugno, “il profondo divario tra i separatisti tuareg, da tempo in lotta per la creazione di uno Stato dell’Azawad indipendente, e Ansar Al Din che ha come obiettivo di imporre la legge islamica nel paese”.

Intanto la crisi del Nord del Mali sta uscendo sempre di più dai confini territoriali, rischiando di divenire una vera e propria crisi regionale e internazionale. ll Nord del Paese rimane, infatti, terra di conquista per quei gruppi che in passato hanno combattuto assieme per sconfiggere l’esercito centrale del Mali e che invece ora si fronteggiano per ottenere il controllo dell’area.

Il primo ministro di transizione, Cheikh Modibo Diarra, si è detto preoccupato in merito alla situazione in corso. In visita ad Algeri, ha dichiarato al presidente Abdelaziz Bouteflika di aver bisogno di “consigli e di riflettere insieme su come risolvere i problemi”.

Sul versante Onu, invece, ancora nessun verdetto. Sempre la Misna ha riferit0 che ieri, 13 giugno, si è tenuta una riunione a New York, ma i 15 Stati membri del Consiglio di Sicurezza “hanno avuto un atteggiamento prudente”.

Per domani, invece, le Nazioni Unite avrebbero indetto un altro meeting interamente dedicato al Mali, anche perché la Comunità economica dei paesi dell’Africa occidentale sta facendo pressione per avere il via libera per un intervento militare al fine di liberare il nord del Mali, chiedendo il supporto degli stessi caschi blu.

E-il Mensile 14 giugno 2012