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Corea del Nord, geopolitica di un missile celebrativo

La Corea del Nord è ferma, netta e decisa nella volontà di onorare il centenario della nascita del fondatore della Nazione, Kim Il Sung, scomparso nel ’94, con il lancio missilistico a lungo raggio di un satellite. La suggestione è stata presentata alla stampa internazionale (fatto raro nell’oscurità dei fatti nordcoreani), con una conferenza tenuta proprio presso la stazione di lancio di Sohae, dove il razzo Unha-3 è già posizionato, pronto per la partenza. Il lancio avverrà a cinquanta chilometri dalla Cina, stretto alleato della Corea del Nord, che sta cercando di convincere la comunità internazionale a non intervenire contro questa dimostrazione balistica.

Le remore di Giappone, Stati Uniti e Corea del Sud sono tutte focalizzate su possibili test nucleari della Corea del Nord, già protagonista nel 2006 e nel 2009 con prove analoghe, sanzionate a suo tempo. Corea del Nord e Cina (i cui cieli saranno coinvolti dal lancio) continuano a rassicurare sulle finalità puramente celebrative, ma non sembrano convincenti. Si verificheranno anche cambiamenti di voli internazionali. In quei giorni (la partenza missilistica dovrebbe avvenire tra il 12 ed il 16 aprile) le Filippine hanno deciso di modificare voli in entrata ed in uscita. Il Giappone invece istallerà una batteria di missili-antimissili Patriot pronti a fare fuoco al minimo pericolo. In tutto questo giro di tensione internazionale ci sono gli Stati Uniti, che lo scorso 29 febbraio avevano promesso aiuti alimentari a Pyongyang, a patto che la politica nordcoreana avrebbe interrotto i suoi piani missilistici e nucleari, ma il giovane leader Kim Jong-Un non sembra accettare il ricatto morale, determinato a celebrare il padre fondatore della Patria con il lancio del satellite avvelenato.

10 aprile 2012 Lorenzo Giroffi E-il mensile