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L’Eredità di don Tonino

(31 Ottobre 2011)

Trentanove anni fa, il 30 Ottobre 1982, don Tonino veniva consacrato vescovo a Tricase dal vescovo di Lecce monsignor Mincuzzi. Tre anni dopo nel Novembre 1985 venne eletto presidente di Pax Christi, in un momento di particolare scontro con i vertici di uno Stato da altri definito ‘piazzista d’armi’.
La biografia scritta da Claudio Ragaini per le Edizioni Paoline a volte risulta carente nel riportare con esattezza le date. Ma poco importa, anzi questa carenza ne esalta il valore. Le biografie infatti possono essere aneddotiche, cioè semplici elenchi di fatti narrati in rigorosa sequenza temporale. O possono partire da un insieme di eventi e parole per arrivare al senso profondo di un uomo e della sua esistenza. Quando questo accade, come nel caso di Ragaini, esse acquistano un significato speciale che risuona nella mente e nel cuore di chi legge e lo sprona ad accoglierne il messaggio per poi cercare di riproporlo, umilmente, nella propria vita.
Durante l’omelia di quel 30 Ottobre, monsignor Mincuzzi disse profeticamente:
“Per quanta mitezza, discrezione ci potrà mettere, Tonino dovrà predicare le beatitudini, i paradossi evangelici, la condanna non degli uomini ma dell’egoismo, fonte degli altri peccati. E dovrà condannare la guerra, la violenza, la riduzione a numero degli uomini, figli di Dio, e le possibilità di manipolarli, di farne massa. A causa dell’opposizione cieca, spietata, crudele, sarà anche malvisto e non avrà la condivisione affettuosa, consolatrice di tutti coloro che gli appartengono…”
Don Tonino in quegli stessi giorni scrisse una preghiera per i parrocchiani che stava lasciando. Anche questa adesso appare profetica e indirizzata al mondo più ampio che lascerà più tardi con la sua morte fisica:
“Fa provare a questa gente che lascio l’ebbrezza di camminare insieme. Donale una solidarietà nuova, una comunione profonda, una ‘cospirazione’ tenace. Falle sentire che per crescere insieme non basta tirare dall’armadio del passato i ricordi splendidi e fastosi di un tempo, ma occorre spalancare la finestra del futuro progettando insieme, sacrificandosi insieme. (…) Concedi, Signore, a questo popolo che cammina l’onore di scorgere chi si è fermato lungo la strada e di essere pronto a dargli la mano per rimetterlo in viaggio…”

Amen

(fd)