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QUANDO BUSSERO’…

“Quando busserò alla tua porta… avrò mani bianche e pure”. Sono
le parole di un canto religioso che spesso si ascolta durante i
funerali. L’uccisione (l’esecuzione) del colonnello Gheddafi sta
provocando molti commenti. Alcuni di giubilo, altri di formalità
politica, con dichiarazioni in italiano o in latino, altri di calcolo
strettamente economico. Gli affari sono il vero ‘dio’ di oggi. Un dio
della morte, non della vita. Certo è che davanti alla morte di
qualsiasi persona umana è richiesto pudore e forse un po’ più di
discrezione.
Le mani di Gheddafi non erano bianche. E Pax Christi lo
ha sempre denunciato con forza, anche quando per molti il colonnello
era un amico e grande socio in affari applaudito e riverito fino alla
sudditanza. Erano sporche di crimini commessi con la complicità di
tanti: basti pensare ai respingimenti dei barconi di disperati che si
avvicinavano alle nostre coste, o a quanto succedeva nelle prigioni
libiche, con il silenzio connivente di molti Governi, anche il nostro.

Quanta ipocrisia nelle dichiarazioni di questi giorni!
E quante mani
non pulite, sporche di corruzione, di mafia. Di violenza di ogni
genere!
Se ci fa restare senza parole la violenza vista a Roma sabato
scorso, ci deve indignare ancora di più la violenza della guerra, di
chi la prepara e di chi la finanzia. Quante armi abbiamo venduto a
Gheddafi e a molti Paesi del mondo?
E ora si vorrebbe rendere più
facile la vendita delle armi italiane con la modifica della legge
185/90. E si spendono in Afghanistan 2 milioni di euro al giorno per la
presenza militare italiana. E circa 20 miliardi per i nuovi caccia
bombardieri F35. E l’elenco potrebbe essere molto, molto lungo..

Quante mani sporche di sangue, non solo di chi le ha strette al
dittatore fino a pochi mesi fa, ma di chi continua a credere nella
violenza e nelle armi come strada importante e redditizia. Sì, tante
mani sporche di crimini orrendi, come affermava un documento della S.
Sede sul Disarmo, il 3 giugno 1976: “La corsa agli armamenti, anche
quando è dettata da una preoccupazione di legittima difesa…
costituisce in realtà un furto… un’aggressione che si fa crimine: gli
armamenti, anche se non messi in opera, con il loro alto costo,
uccidono i poveri, facendoli morire di fame”.
Davanti alla morte, una
preghiera, il silenzio e un serio esame di coscienza per ognuno.

Renato Sacco –  21 ottobre 2011

da  mosaicodipace.it  – L’opinione di…