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Riflessioni: cosa ci propongono i guru dell’economia

Penso che con quanto sta succedendo nel mondo oltre che nel nostro paese una riflessione si imponga alla coscienza di persone ragionevoli e interessate al bene comune. Al riguardo butto giù qualche pensiero anche copiando dall’economista Luciano Gallino. A rischio di sentirmi dire dai miei carissimi amici di Pax: “ecco la solita Carla e i suoi pallini”
Questa mattina, in un articolo di un quotidiano citato dal giornalista che conduce la trasmissione “Prima pagina” su RAI 3 il noto e stimato economista Mario Draghi approvava la manifestazione degli indignati in 500(?) città del globo. Ma perchè questi stimatissimi economisti aspettano solo ora ad esprimere pareri positivi sull’idea che l’attuale sistema economico-finanziario deve essere cambiato, che ci deve essere più uguaglianza e giustizia? E finora si sono limitati a dare indicazioni relative alla necessità di crescita produttiva? Che, tra l’altro, va bene se si intende una crescita nel settore delle cooperative sociali, della produzione ecologica… ma non certo della crescita tout court: il pianeta già sfruttato oltre misura non lo permette, rischio la distruzione.
Vi trascrivo alcune frasi del pure noto, ma in altro modo, e stimato da non molti, credo, economista Luciano Gallino.
Da Repubblica di qualche giorno fa.
Dopo aver citato l’accordo di Sarkosy e Merkel sul salvataggio delle banche dell’Eurozona (“…le banche sono riuscite a convincere gli amici della BCE a creare al computer tutto il danaro che occorre a toglierle dalla situazione in cui si sono cacciate da sole…: riceveranno tra i 250 e i 700 milioni di euro”) poi afferma: “Ammettiamo pure che al punto cui è giunta non c’è alternativa al salvataggio delle banche…tuttavia il passo più rischioso cui S. e M. stanno spingendo la Ue consiste nel salvare le banche senza compiere alcun tentativo per avviare una vera riforma del sistema finanziario. E’ una seconda grande occasione che va perduta” (la prima nel 2008 col fallimento o nazionalizzazione di diverse banche). E accenna alle riforme degli anni ’30 da parte di Roosvelt a fronte del dramma della grande depressione.
Continua: “Data la grande paura, se nel 2008 i governi Usa e Ue avessero osato sarebbero riusciti sul serio a riformare il sistema finanziario internazionale” con il risultato di evitare la crisi dei bilanci delle banche del 2010.
Il sistema finanziario va riformato perché “è troppo grosso, complesso, opaco per venire assoggettato a qualsiasi forma di efficace regolazione. Così com’è non solo fa tutto quello che gli pare; impone pure i propri interessi ai governi, come mostra pure ai ciechi il caso attuale dell’austerità imposta ai paesi Ue. I gruppi finanziari salvati dallo Stato …sono ora in termini attivi di bilancio, grandi il doppio…Il regno Unito è l’unico paese europeo in cui siano state avanzate proposte di riforma del sistema finanziario…anche se si tratta poco più di un’aspirina, come altri rapporti inglesi hanno subito rilevato, rispetto alle riforme che sarebbero davvero necessarie. Ma è comunque l’avvio di una seria discussione politica…Chissà che prima o poi qualche gruppo di indignados non arrivi a spiegare ai governi dell’eurozona” che i “gruppi bancari sono troppo grossi e complessi”, le loro azioni “opache, poco trasparenti e non regolabili”.

Carla Casiroli
Punto Pace di lecco