In occasione della giornata internazionale dei diritti delle donne, noi, franco siriane di tutte le generazioni e appartenenti a tutte le confessioni, noi nonne, madri, mogli, figlie, nipoti, sorelle, parenti o amiche residenti in Francia, aventi però ancora forti legami di parentela o amicizia nell’amata terra siriana, esprimiamo la nostra più profonda solidarietà a tutto il popolo siriano ed, in particolare, alle donne a ai bambini, che da dieci anni hanno pagato un altissimo tributo alla guerra. Il nostro pensiero speciale va a tutte le donne, sempre in prima linea, nella vita quotidiana, nel mondo del lavoro, nella cura dell’infanzia e nella lotta al terrorismo.

Come molti di coloro che possiedono una doppia nazionalità, di qualsiasi provenienza essi siano, noi siamo allo stesso modo legate alla Francia e al nostro paese di origine. Vorrete quindi perdonarci se proclamiamo di essere profondamente ferite dal trattamento riservato alla Siria. Non è più possibile tacere sull’interminabile calvario di quel popolo: esso, che già aveva subito le conseguenze di un conflitto più lungo delle due guerre mondiali, è stato afflitto da un embargo totale e da sanzioni che l’hanno affamato ed asfissiato privandolo dell’energia elettrica, del riscaldamento e dei medicinali ed impedendo perfino il trasferimento di soldi dall’estero per aiutare le famiglie. Come se tutto ciò non fosse sufficiente, le forse di occupazione si sono affannate a moltiplicare gli incendi dolosi, i furti e i saccheggi. Se nel 2011, il Paese era autosufficiente per quanto riguarda i propri bisogni essenziali ivi compresi i medicinali, il sistema energetico e gli alimenti, oggi la situazione umanitaria è estremamente preoccupante e il Programma Alimentare mondiale mette in allerta per ben 12,4 milioni di siriani che si trovano in una situazione di insicurezza alimentare.

Ci vorranno trent’anni, come in Iraq, perché si riconosca il carattere criminale, al limite del genocidio, di tutte le misure che nel corso degli ultimi anni sono state imposte alla Siria?

Noi, donne franco-siriane, ci appelliamo in modo vigoroso e deciso affinché venga completamente abolito l’embargo contro la Siria che va ben al di là di una punizione collettiva e del quale non si dice neanche il nome, perché esso tradisce una precisa volontà di condannare a morte un’intera popolazione in un silenzio assordante che non fa che aumentare la nostra rabbia di fronte a un tale accanimento e la nostra vergogna al cospetto di tanta sofferenza.

https://www.afrique-asie.fr/appel-de-137-femmes-franco-syriennes/