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Testimoni di pace: in questo periodo ricordiamoci di…

Il 14 marzo 1983, 37 anni fa, in El Salvador, veniva assassinata Marianella Garcìa Villas, presidente della Commissione per i diritti umani del Salvador, avvocata dei poveri, difensore degli oppressi. Già collaboratrice di mons. Romero, raccoglieva prove delle torture praticate nei confronti degli oppositori del regime. Si occupava anche di identificare e dare sepoltura ai cadaveri lasciati dalle milizie governative. Per la sua sicurezza personale riparò all’estero, dove testimoniò sulla drammatica violazione dei più elementari diritti sociali nel Salvador. Invitata anche in Italia, denunciò i crimini perpetrati dalla giunta militare a danno della popolazione salvadoregna. Rientrata coraggiosamente nel suo Paese, fu ben presto catturata, torturata e uccisa, con l’accusa di terrorismo.

Il 24 marzo 1980, 40 anni fa, Oscar Arnulfo Romero, arcivescovo di San Salvador veniva assassinato, mentre stava celebrando la messa. Denunciò la feroce repressione militare orchestrata dall’oligarchia del Paese. Domenica dopo Domenica, attraverso la radio che raggiungeva tutta l’America Centrale e buona parte dell’intera America Latina, prestò la sua voce a coloro che erano ridotti al silenzio, ai desaparecidos, agli assassinati dalla polizia politica. Era la voce di un profeta con il tono di un pastore. Due settimane prima del martirio affermò: “Sono stato spesso minacciato di morte. Come cristiano, non credo nella morte senza risurrezione. Se mi uccideranno, risorgerò nel popolo salvadoregno”.

Il 4 aprile 1968, 52 anni fa, a Memphis, Tennessee, U.S.A., veniva assassinato Martin Luther King, premio Nobel per la pace 1964, leader del movimento per i diritti civili dei neri americani, paladino della resistenza nonviolenta. Pastore protestante, si è sempre esposto in prima linea per lottare nella realtà americana a favore della giustizia e contro la segregazione razziale. Celeberrima la sua marcia pacifista per il lavoro e la libertà, conclusasi a Washington il 28 agosto 1963, con lo storico discorso “I have a dream”, alla presenza di 250.000 persone.

Il 9 aprile 1945, 75 anni fa, pochi giorni prima della fine della guerra, veniva impiccato nel carcere di Flossenburg, in Germania, Dietrich Bonhoeffer. Pacifista, teologo e pastore luterano, docente universitario, fu protagonista della resistenza tedesca al nazismo. Dopo aver viaggiato a lungo all’estero, tornato in Germania aderì alla “chiesa confessante”, che si era distaccata dalla chiesa luterana ufficiale (che aveva riconosciuto l’autorità del regime). Diresse un seminario clandestino, attraverso cui si opponeva alla politica antisemita nazista. Allo scoppio della guerra, docente negli Stati Uniti, tornò in patria per condividere le sorti del suo popolo e affrontare il suo proprio destino. Coinvolto in una congiura contro Hitler fu arrestato il 5 aprile 1943. I suoi scritti durante la prigionia furono poi raccolti nel volume “Resistenza e resa”.

Il 15 aprile 2011, 9 anni fa, veniva assassinato a Gaza, in circostanze oscure, Vittorio Arrigoni. Giornalista, scrittore, pacifista, sin da giovanissimo impegnato nella cooperazione internazionale, dal 2003 si dedica alla causa palestinese, testimoniando dell’oppressione israeliana nei confronti della popolazione della Striscia di Gaza. Reporter per diversi canali di informazione, fu l’unico cronista sul campo durante i bombardamenti su Gaza dell’Operazione “Piombo Fuso”, a cavallo tra il 2008 e il 2009. Raccolse i suoi reportage nel libro “Gaza. Restiamo umani”. Cittadino onorario palestinese e stabilitosi definitivamente a Gaza, condivise le sofferenze e la vita di questa popolazione. Il suo omicidio suscitò enorme impressione e il suo motto “Restiamo umani” è rimasto scolpito indelebilmente nella memoria collettiva.

Il 20 aprile 1993, 27 anni fa, si spegneva prematuramente il compianto e indimenticabile don Tonino Bello, vescovo di Molfetta e presidente di Pax Christi. Fu educatore, poeta, profeta e amico degli ultimi. Nominato vescovo nel 1982, anziché ai “segni del potere” diede subito la preferenza al “potere dei segni”, ospitando nella sua casa famiglie di senzatetto e profughi albanesi, promuovendo iniziative di accoglienza per immigrati e tossico-dipendenti. Presidente nazionale di Pax Christi dal 1985, denunciò le strutture di peccato che producono guerra e fame, pronunciandosi contro il traffico di armi, e contro le spese e le installazioni militari. Paladino di una nonviolenza attiva, definì la pace come “convivialità delle differenze” e interpretò la missione della chiesa come servizio, definendola “chiesa del grembiule”. Nel dicembre 1992, ormai profondamente segnato da una malattia inesorabile, ispirò e partecipò alla marcia di cinquecento pacifisti a Sarajevo assediata, nel pieno della guerra balcanica.