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L’agenda 2030: un’utopia sostenibile

Il 25 settembre 2015 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato all’unanimità l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, corredata di 17 Obiettivi  e di 169 Target o sottoobiettivi.

Il documento approvato si apre con le seguenti parole: “Questo programma è un piano d’azione per la gente, il pianeta e la prosperità. Inoltre cerca di rafforzare la pace universale in un contesto di maggiore libertà. Riconosciamo che lo sradicamento della povertà in tutte le sue forme e dimensioni, inclusa la povertà estrema, è la più grande sfida globale e un requisito indispensabile per lo sviluppo sostenibile. Tutti i Paesi e tutte le parti interessate, agendo in uno spirito di collaborazione, attueranno questo piano. Siamo decisi a liberare la razza umana dalla tirannia della povertà e vogliamo guarire e proteggere il nostro pianeta. Siamo determinati a intraprendere le azioni coraggiose e trasformative che sono urgentemente necessarie per portare il mondo su un sentiero di sostenibilità e resilienza. Mentre ci imbarchiamo in questo viaggio collettivo, ci impegniamo a far sì che nessuno sia lasciato indietro”.

Successivamente il documento sintetizza gli impegni relativi ai 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Devolopment Goals, SDGS) ed esplicita le azioni necessarie per aspirare ad un mondo diverso. I Target connessi a ciascun obiettivo rappresentano una guida operativa per le politiche nazionali e per le iniziative delle organizzazioni internazionali. Gli SDGS debbono essere raggiunti entro il 2030; 22 target prevedono però una scadenza al 2020 e a breve si potrà verificare fino a che punto i risultati attesi siano stati conseguiti.

Le caratteristiche innovative dell’Agenda 2030 sono tre: la sua universalità, la necessità della partecipazione di tutti al cambiamento, la visione integrata dei problemi e delle azioni da realizzare per conseguire lo sviluppo sostenibile. Il cambiamento verso lo sviluppo sostenibile non può essere affidato solo alle autorità politiche, ma richiede anche la modifica delle strategie di business delle imprese e delle scelte di consumo degli individui e delle famiglie. Un ruolo importante è affidato alla miriade di organizzazioni non-profit che si dedicano ad una particolare attività e sono chiamate a trovare nuove forme di collaborazione e interazione, superando così l’orizzonte limitato del loro campo di azione specifico.

L’Agenda 2030 promuove una visione integrata dello sviluppo e quindi delle azioni da realizzare per cambiare il modello dominante. Se si vuole assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità per le generazioni future di soddisfare i propri bisogni, quattro sono i pilastri da prendere in considerazione: quello economico, quello sociale, quello ambientale e quello istituzionale. Il crollo di uno di essi può infatti determinare l’insostenibilità complessiva del processo di sviluppo.

Questa visione dello sviluppo sostenibile mette sullo stesso piano la giustizia intragenerazionale (che riguarda i rapporti fra le persone ed i popoli appartenenti alla stessa generazione) e quella intergenerazionale (che lega le diverse generazioni). Permette inoltre di superare la semplice relazione fra crescita economica e limiti ambientali, segnalando che non esiste un pilastro più importanti degli altri e che senza un equilibrio tra le diverse dimensioni il processo di sviluppo tende ad arrestarsi.

In Italia un ruolo originale ed importante per fare conoscere, promuovere e sostenere l’Agenda 2030 viene svolto dal 2016 dall’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (ASviS). L’Alleanza riunisce attualmente oltre 220 tra le più importanti istituzioni e reti della società civile quali, ad esempio, associazioni imprenditoriali, sindacali e del Terzo Settore, associazioni di enti territoriali, università e centri di ricerca pubblici e privati, fondazioni e reti di fondazioni.

Per approfondire la conoscenza dei contenuti dell’Agenda 2030 e delle iniziative in corso in Italia e in Europa per la sua realizzazione si consiglia la consultazione del sito di ASviS www.asvis.it. Si raccomanda inoltre la lettura dei seguenti volumi:

  • “L’utopia sostenibile”, di Enrico Giovannini (portavoce scientifico di ASviS), edito da Laterza nel 2018;
  • “Per un futuro sostenibile”, conversazione di Fabrizio Ricci con Enrico Giovannini e Pierluigi Stefanini (presidente di ASviS), edito da Ediesse nel 2019;
  • “Un mondo sostenibile in 100 foto”, di Enrico Giovannini e Giovanni Speroni (con immagini a cura di Manuela Fugenzi), edito da Laterza nel 2019.

L’autore del presente contributo è Gianluigi Bovini, statistico e demografo, che dal 2017 collabora con ASviS e Fondazione Unipolis sui temi dello sviluppo sostenibile. Nel 2019 ha pubblicato con il Mulino il volume “Bologna oltre il Pil. Lo sviluppo sostenibile in Emilia-Romagna e nella città metropolitana”.