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A Catania, riflessione sul messaggio di papa Francesco “La buona politica è al servizio della pace”

La buona politica è al servizio della pace

Il 17 maggio scorso, organizzato dal Punto pace di Catania, presso la parrocchia dei Santi Pietro e Paolo, si è svolto un incontro sul messaggio di papa Francesco per la Giornata Mondiale della Pace del primo gennaio 2019, intitolato “La buona politica è al servizio della pace”.
La riflessione è stata guidata da un componente del punto pace, Rosario D’Agata, forte di un’esperienza politica ventennale come consigliere e assessore presso il Comune di Catania.
Rosario ha ripercorso efficacemente il messaggio papale, a cominciare dagli spunti suggeriti dalle stesse parole del titolo. Ha rimarcato, per esempio, come il termine “politica” evochi facilmente una connotazione negativa, come qualcosa di cui diffidare e da cui tenersi lontani. Si perde così il vero significato di “fare politica”, di prendersi cura degli affari della città, cioè operare per il bene comune.
Significative a questo proposito le “beatitudini del politico”, riportate nel testo, che effettivamente faticano a essere identificate nei protagonisti della politica di oggi. Infatti, di contro alle espressioni di tali beatitudini, l’esperienza ci dice che spesso il politico non ha “un’alta consapevolezza e una profonda coscienza del suo ruolo”. E per quanto riguarda “la credibilità” spesso i giornali ci riportano di condanne inflitte a politici. Il politico dovrebbe “lavorare per il bene comune e non per il proprio interesse”, ma spesso constatiamo che tale distinzione viene perduta. E così via…
Una volta, rileva Rosario, la formazione politica si svolgeva efficacemente attraverso le scuole di partito, utili per la preparazione del politico e per il necessario approfondimento di queste tematiche, ma oggi non esistono più.
Di contro alle virtù, pertanto, ecco affiorare sotto gli occhi di tutti i vizi della politica: la corruzione nelle sue molteplici forme, la negazione del diritto, il non rispetto delle regole comunitarie, l’arricchimento illegale, la giustificazione del potere col pretesto arbitrario della “ragion di stato”, il razzismo, lo sfruttamento illimitato delle risorse.
Specialmente i giovani rischiano di nutrire sfiducia nei confronti della politica e non intravedono una possibilità di partecipare a un progetto per il futuro. L’art. 49 della nostra Costituzione recita: “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.” Ma come può manifestarsi oggi la buona politica? Non necessariamente attraverso i partiti. Accanto ad una rivalutazione dell’art. 49 della Costituzione, è necessaria anche una riscoperta della politica, che può ben svilupparsi attraverso le associazioni, i movimenti di società civile e altre iniziative dei cittadini. Anche questo è fare politica.
Aspiriamo tutti a un grande progetto di pace. A questo proposito non possiamo non rilevare la debolezza della maggiore istituzione internazionale che dovrebbe occuparsi di questo problema, cioè l’ONU. E’ auspicabile e ormai irrinunciabile una profonda riforma delle Nazioni Unite, specialmente per quel che riguarda la sua organizzazione democratica e il diritto di veto in seno al suo Consiglio di Sicurezza. Infatti, non è per niente democratico che i grandi potenti della terra esercitino tale diritto secondo i propri interessi, a scapito del diritto internazionale e di tante popolazioni oppresse.
La pace, quando sarà possibile realizzarla, sarà “frutto di un grande progetto politico che si fonda sulla responsabilità reciproca e sull’interdipendenza degli esseri umani”, ha concluso Rosario, riprendendo il messaggio di papa Francesco.
Non sono mancati numerosi interventi e domande da parte di un pubblico attento e interessato.