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Don Rocco D’Ambrosio – Per una politica di pace: quali scelte?

Convegno Pax Christi a Santeramo

Uno degli interventi più significativi al convegno di Pax Christi, svoltosi a Santeramo in Colle, il 30-31 dicembre 2018, è stato quello di don Rocco D’Ambrosio, docente di Filosofia Politica presso l’Università Gregoriana di Roma e presidente dell’associazione “Cercasi un fine”. La sua relazione “Per una politica di pace: quali scelte?” si è naturalmente ispirata al messaggio del papa per il primo gennaio “La buona politica è al servizio della pace”.
Dopo aver sottolineato che nel suo discorso il papa elenca ben 10 vizi della politica, il relatore ha aggiunto che purtroppo i mali della politica sono diffusi sia nel mondo occidentale che nei Paesi in via di sviluppo.
Con il prevalere dei cosiddetti populismi o sovranismi, la politica è diventata una preda e quindi vi sono dei predatori. Questo concetto abbraccia una parte consistente della politica, mentre solo poche persone la vivono come servizio. In generale, inoltre, la politica degli amministratori locali è migliore di quella nazionale.
Le prede della politica sono: il potere, le risorse finanziarie, le istituzioni democratiche, il consenso, i poveri e gli ultimi, gli stranieri.
Chi cerca potere lo fa per denaro e viceversa chi si arricchisce lo fa per avere potere, le due prede sono reciproche, vanno d’accordo. Tutto ciò che dice un politico è preparato per il consenso, è un prodotto commerciale che compra consenso. Anche i poveri e gli ultimi sono una preda, un pascolo.
Tutto il pacchetto è una preda e non vi sono differenze geografiche, al massimo differenze intellettuali, ma non sostanziali. Si potrebbe dire che la situazione è più grave del periodo berlusconiano.
A ben vedere, l’emergenza non è politica, ma culturale. Le questioni politiche e morali sono in realtà questioni culturali. Oggi si registra un grande vuoto culturale generalizzato. Spesso ci si rifugia nell’orgoglio delle eccellenze, ma queste non fanno un Paese. Si tratta di gruppi ristretti, che non riflettono la situazione generale. Per non parlare del fatto che, all’interno della stessa chiesa, molti preti e vescovi sono solidali con Salvini, nonostante che papa Bergoglio abbia già identificato nel 2013 i vizi della politica.
La proposta per risollevarci per Rocco D’Ambrosio poggia su due categorie: il discernimento e la pazienza.
Il discernimento è indispensabile per leggere i segni dei tempi. L’overdose di informazione a cui siamo sottoposti facilmente produce criteri sbagliati di interpretazione, attraverso i quali giudichiamo. Da qui, la necessità di discernimento e di tempo, per interpretare correttamente. A Roma, mentre Veltroni e Marino furono liquidati perché non accondiscendevano ai poteri forti, oggi è ancora più difficile capire chi governa veramente, tra regie note e occulte. Per questo il discernimento è fondamentale, è un esercizio di studio. Conseguentemente, sono pure necessari tempo e pazienza nel dialogo e nell’offrire parole giuste.
La mentalità razzista e guerrafondaia è molto radicata. E’ inutile che continuiamo a convincerci tra noi. E’ nostro dovere, invece, evangelizzare con pazienza e con il dialogo quelli che la pensano diversamente, perché tra i sordi ci sarà chi vuol sentire.
E’ molto utile l’associazionismo, perché da lì verrà la classe politica. E’ sbagliato, inoltre, parlare di formazione politica per l’emergenza. La formazione raccoglierà i suoi frutti tra gli interessati, in quanto formazione per quello che è e basta.
Da don Milani ci viene un grande insegnamento sull’apprendimento delle parole e sulla loro conferma. Oggi assistiamo invece alla retorica delle parole, a cui andrebbe restituito il loro vero significato. I politici parlano di “pace”, ma non parlano di “armamenti”! Ma cosa vuol dire pace nella testa delle persone? Non sono immediati i collegamenti con altri aspetti? (cioè le armi).
Opportunamente Bobbio diceva che la pace purtroppo è una filosofia debole. Quale legame c’è tra pace e politica?
Sarebbe utile per i politici fare un esercizio con il contenuto del punto n. 3 del discorso del papa, che si intitola “Carità e virtù umane per una politica al servizio dei diritti umani e della pace”. Concetti espressi inequivocabilmente non vengono certamente recepiti con la stessa chiarezza.
Oggi la politica usa troppe parole, quasi mai pregnanti. Tutte le dichiarazioni dei politici, sia brevi che lunghe, attraverso gli svariati social media, sono preparate da esperti della comunicazione, che vengono chiamati “spindoctor”. I consulenti dell’informazione fanno ormai tutto.
Ecco che è quindi necessario un attento lavorio per decostruire, analizzare, discernere. Per esempio, ci viene detto che abbiamo risolto i problemi economici con l’Europa, ma in realtà siamo sempre in periodo di prova, sotto osservazione. E’ stato un modo di tirare avanti così fino a maggio, fino alle elezioni europee e al loro risultato.
Come ultimo messaggio del suo intervento, Rocco D’Ambrosio ha indicato nella relazionalità, nella fiducia e nella comunicazione i cardini della buona politica.
Vincenzo Pezzino