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Punto Pace di Andria – Rimaniamo umani: L’impegno per la pace si declina attraverso il rispetto dei diritti dell’uomo

Avvicinandosi la data del 10 dicembre, celebrazione della Giornata mondiale dei diritti umani, il Punto pace di Pax Christi di Andria intende, da un lato, ribadire l’importanza della dichiarazione universale di tutela dell’umanità, dall’altro, manifestare la sua preoccupazione per la salvaguardia dei diritti della persona nel nostro Paese.

Molti sono, in questi ultimi tempi, gli accadimenti in Italia che ci mettono in allarme.

La mancanza di lavoro, la crescita del numero dei poveri,  la violenza sulle donne, la fuga dei cervelli e dei giovani all’estero, l’uso facile delle armi, la produzione delle stesse armi e la loro commercializzazione nelle aree dei conflitti nel mondo, l’inquinamento del territorio e il dissesto idrogeologico della penisola sono le manifestazioni più evidenti ed allarmanti del grado di tutela dei diritti in Italia.

Si aggiunge la violazione più insopportabile, perché subdola e/o ovattata dal perbenismo e dall’ipocrisia e presentata come ricerca della sicurezza dei cittadini italiani:  quella contro le persone più deboli, indifese, bisognose di aiuto, da uomo a uomo, nello specifico  i migranti.

Da tempo si è scatenata una persecuzione contro di loro, i “diversi” da noi, chiamati con appellativi sempre più sprezzanti, carichi di odio, generatori di ostilità e rifiuto, e, fatto ancora più insopportabile, presentata con il Vangelo e la corona del rosario in mano.

A tale riguardo Alex Zanotelli, in un articolo comparso sul numero di settembre della rivista” Mosaico di pace”, che dirige, ha scritto : “Non si può essere discepoli di Gesù e di chi semina odio. O l’uno o l’altro

Questo clima, artatamente alimentato per mera speculazione politico-elettorale, ha toccato  giorni orsono il punto più alto nell’approvazione in Parlamento del decreto-legge sulla sicurezza, noto come decreto Salvini.

Riprendendo il pensiero di Zanotelli, potremmo affermare: “O con il decreto sicurezza o con il Vangelo”.

La violazione dei diritti universali dell’uomo è presente, in maniera più o meno evidente ed esplicita, in tutti gli articoli del decreto-legge.

Già il  ricorso a questa forma straordinaria di legislazione, piuttosto che a quella ordinaria, è rivelatore della intenzione dei governanti di veicolare la “vulgata” secondo cui  l’Italia è “invasa” dagli stranieri, sicché si impone la necessità di ricorrere al decreto-legge.

Si cavalcano la percezione e  l’impressione, si indulge alla infantile “paura dell’uomo nero”, per solleticare gli istinti reattivi e viscerali degli ingenui e degli sprovveduti, privi di spirito critico e di capacità di discernimento .

Le violazioni dei diritti nel testo sono tante e si possono elencare, a partire dalla più clamorosa, quella della nostra Costituzione, che, nell’art.10,  garantisce l’accoglienza di quanti fuggono da paesi in cui i diritti umani sono conculcati.

Il comma 3 dell’articolo citato recita: “Lo straniero al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge”.

E al comma 4 dello stesso articolo si legge: “Non è ammessa l’estradizione dello straniero per reati politici”.

Chi richiede “asilo” in Italia ha diritto di ricevere una risposta, in tempi brevi, alla sua richiesta.

Il decreto Salvini non soltanto allunga i tempi di attesa della risposta, ma, in maniera poco logica, demolisce quanto era stato costruito in passato in materia di accoglienza dei richiedenti asilo.

Gli SPRAR (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), luoghi di accoglienza,  piccoli e diffusi sul territorio, posti sotto l’egida dei Comuni, ospitavano anche i richiedenti rifugio; oggi, con la nuova legge, accoglieranno solo quanti hanno ricevuto la protezione internazionale e i minori non accompagnati.

Tutti gli altri confluiranno nei centri governativi, i CARA, strutture di grandi dimensioni, ubicate in punti strategici del territorio nazionale. L’accoglienza non potrà che essere peggiore degli SPRAR, dati i numeri e la congerie da sovraffollamento.

Questa condizione è conosciuta dai migranti che, non potendo attendere i tempi biblici della burocrazia italiana e temendo il respingimento della domanda, alla luce del clima politico e dell’aria che si respira,  pur di non essere rimpatriati, si daranno alla clandestinità e tenteranno il passaggio in paesi meno ostili, dove sperano di  trovare parenti o almeno connazionali accoglienti.

Ecco come il diritto costituzionalmente garantito di “rifugiato” verrà violato in virtù di un decreto non rispettoso della nostra legge fondamentale.

In ambito sanitario la nuova legge demolisce un diritto fondamentale sul piano umanitario: quello della salute.

Prima della sua approvazione e della conseguente promulgazione i richiedenti asilo erano iscritti nel Servizio sanitario nazionale. Ora potranno accedere soltanto coloro che hanno ricevuto il permesso di soggiorno, come rifugiati e i titolari di permessi speciali.

La maggioranza dei migranti potrà usufruire dello STP ( Straniero temporaneamente presente), cioè della cura “una tantum”; pertanto presentarsi in pronto soccorso, dopo un primo intervento, per loro significherà rischiare, se non dispongono di permessi, di essere rimpatriati. In definitiva si cureranno alla belle e meglio, con comprensibili rischi per la propria ed altrui salute. Da un lato si abbassano le garanzie per i migranti, dall’altro si aumenta il rischio per la salute pubblica; e …pensare che il decreto è chiamato “decreto-sicurezza”!

Ecco come un altro diritto fondamentale dell’uomo, quello della salute, a prescindere dalla etnia, popolo, lingua e nazione, ma per il solo fatto di  essere appartenente alla razza umana, viene violato.

In materia di giustizia il nostro ordinamento tutela gli imputati fino alla sentenza definitiva di colpevolezza o di innocenza, dopo tre gradi di giudizio, perché si ritiene che, prima di privare un uomo della sua libertà, quale che sia il reato commesso, si debba passare dalla sentenza di ben tre corti di giudici.

Non così per i migranti, che evidentemente sono considerati meno uomini, infraumani; per loro basta solo un grado di giudizio; poi,  se è ritenuto colpevole, o va in galera o viene rispedito nel paese di origine.

Per loro Beccaria e tutta la cultura giuridica maturata in Italia dopo non valgono.

“Prima gli italiani” – afferma solennemente la nuova…. “vulgata”!!

Ciliegina sulla torta: l’introduzione, per ora sperimentale, della pistola TASER (pistola elettrica). Sarà data in dotazione alle forze dell’ordine, anche a quelle locali, per le città di oltre centomila abitanti, per essere utilizzata contro i malviventi in genere. E’ un’arma che non uccide, ma paralizza temporaneamente il malcapitato; gli effetti collaterali sperimentati sono molteplici e permanenti in alcuni casi; è già in uso in parecchie polizie nel mondo, a partire da quella statunitense, che in materia di armi non è seconda a nessuno.

Immaginate la TASER in mano alla polizia locale andriese e riflettete su  quanti rischi  possiamo correre se ci dovesse capitare di trovarci malauguratamente coinvolti, nostro malgrado, in un conflitto tra le forze dell’ordine e  la delinquenza andriese.

Tutto questo per…. la sicurezza e la tutela delle nostre libertà!!

Per l’Italia  l’anniversario del 10 dicembre è proprio triste e preoccupante.

Andria 2 dicembre 2018                       Vincenzo Caricati