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Argentina, Paese degli schiavi

Cartina dell'Argentina

In Argentina sono almeno cinquecentomila le persone ridotte in schiavitù, per sesso o per lavoro. Il governo corre ai ripari, ma la piaga resta.
La Organizzazione non governativa argentina La Alameda ha lanciato una denuncia shock: cinquecentomila persone in Argentina sono ridotte in schiavitù. Due gli ambiti: sessuale e lavorativo. E si tratta perlopiù di immigrati irregolari senza documenti e di adolescenti. Ma la cifra potrebbe addirittura essere più cospicua.
Gustavo Vera, presidente della Ong, ha spiegato in una conferenza stampa a Buenos Aires, come la maggioranza dei lavoratori schiavi si trovino nel settore agricolo, in campi lontani dai centri urbani, e che l’Argentina conta ottomila bordelli illegali con sessantamila schiave del sesso, remunerate con somme denigranti.
Numeri che coincidono con i dati della Rete nazionale stop al traffico, alla tratta e allo sfruttamento sessuale commerciale di bambini, bambine e adolescenti (Ratt) che aggiunge come ogni anno spariscono circa 500 adolescenti poi schiavizzati.
Cifre incredibili che la Oficina de Rescate y Acompañamiento a Personas Damnificadas por el Delito de Trata e il Ministerio de Justicia y Derechos Humanos de la Nación hanno cercato di affrontare organizzando molti interventi. Ma evidentemente non sufficienti. Fra l’agosto 2008 e l’aprile scorso sono stati riscattate 2130 schiavi, di cui 303 minorenni, ma ne restano ancora troppi.
E c’è chi parla di cifre approssimate per difetto, facendo quindi intravedere uno scenario peggiore: è Viviana Caminos, coordinatrice nazionale della Ratt. “Le cifre dei minori scomparsi dovrebbero essere almeno moltiplicate per quattro per avvicinarci alla realtà”, ha spiegato, sottolinenado però la difficoltà di documentare tali tragedie, che dunque restano sottostimate. Attualmente si contano almeno 8500 desaparecidos in mano agli aguzzini, contro i quali lo Stato ha ingaggiato una guerra per ora persa. Fra la gente, infatti, è tanta la paura e molti i dubbi sulle forze di sicurezza.
Una situazione che ha spinto la presidente argentina, Cristina Fernández, a correre ai ripari, almeno per arginare lo sfruttamento sessuale. Il 5 luglio ha, infatti, promulgato un decreto che proibisce la pubblicazione di avvisi sulle offerte sessuali nei mass media, amplificando la Ley de Trata de Personas. “Così abbiamo fatto un passo importante non soltanto nella lotta contro la tratta delle persone, ma anche contro la discriminazione, perché l’offerta sessuale non solo veicola il delitto di tratta di persone, ma è anche frutto di una profonda discriminazione contro le donne”, ha commentato la premier. Non solo: dal 13 aprile scorso il Codice penale argentino prevede anche il delitto di sparizione forzata per mano di funzionari pubblici o individui che agiscono con l’assistenza o la protezione dello stato. “Si condanna, così, chi, agendo con l’autorizzazione, l’appoggio o la accondiscendenza dello Stato, in qualsiasi forma, priva uno o più persone della libertà”, recita la normativa. Una sfida, quello di risolvere questa piaga, che per il governo è da tempo una delle più difficili. Nei primi mesi del 2011 sono state riscattate almeno 681 persone e sono già in atto i procedimenti penali per arrivare a sentenza definitiva ed esemplare contro i colpevoli.

Peace reporter 18/07/2011 Stella Spinelli