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A Catania, convegno “Vite da salvare: esperienze delle ONG nel Mar Mediterraneo”

Convegno "Vite da salvare", Catania, 10 febbraio 2018

Convegno “Vite da salvare”, Catania, 10 febbraio 2018

Sabato 10 febbraio, nella parrocchia catanese SS. Crocifisso dei Miracoli, si è svolto il convegno “Vite da salvare: esperienze delle ONG nel Mar Mediterraneo”, organizzato dal punto pace Pax Christi, dall’Associazione Libera e da Banca Etica. Il tema, alquanto scottante, era quello delle esperienze delle ONG nel Mar Mediterraneo, la cui attività di salvataggio in mare è stata recentemente messa in discussione, con il rischio di trasformare improvvisamente “i salvatori in complici o colpevoli”.
Il convegno è stato moderato da Rosa Siciliano, direttore di redazione di “Mosaico di Pace”, che ha sapientemente inquadrato la problematica ed ha efficacemente raccordato gli interventi dei vari relatori.
Il primo intervento, quello di suor Mary Anne Nwiboko, nigeriana, ha confermato la forza della parola messa in musica. L’azione di suor Mary Anne è volta al recupero di ragazze (prevalentemente nigeriane) vittime della tratta e costrette a prostituirsi.
Nella sua analisi, Nicoletta Dentico, già responsabile di Medici senza Frontiere, ha sottolineato, tra le cause del fenomeno migratorio, la concentrazione del denaro in poche mani (malattia della disuguaglianza), l’impoverimento ulteriore dei Paesi da cui partono come migranti le persone migliori, la desertificazione, e l’azione predatoria dell’occidente e delle sue multinazionali attenti molto più ai propri interessi economici e finanziari che non alla salvezza delle persone. Ha inoltre messo in evidenza che accordi come quelli con la Libia finiscono con il fornire grandi quantità di denaro proprio a quegli scafisti che diciamo di voler combattere.
Nel suo intervento Simona Ragazzi, giudice penale del Tribunale di Catania, ha affermato che un fenomeno complesso come la migrazione andrebbe “governato” e non “subìto”, individuando anche un serio percorso di inclusione. Nel ripercorrere le azioni della magistratura per contrastare il traffico di esseri umani, ha poi ricordato il grande balzo in avanti realizzato con l’avvio dell’operazione “Mare Nostrum” nel 2013, che, oltre a stroncare il traffico illecito, era finalizzata al salvataggio in mare dei migranti. Le successive fasi (Triton, Frontex) hanno invece riportato l’accento sulla sicurezza delle frontiere europee, mentre più recentemente il fatto nuovo è stato costituito dalle attività di salvataggio delle navi delle ONG, che secondo alcuni hanno forse incentivato le partenze. Il magistrato ha comunque evidenziato la mancanza di una politica europea unitaria e l’assenza di cooperazione da parte degli stati di partenza dei migranti. Ha infine anche auspicato delle opportune modifiche alla normativa del testo unico sull’immigrazione, che facilmente trasforma il migrante in un imputato.
Il giornalista e scrittore Daniele Biella, ha raccontato, anche per immagini, la sua esperienza a bordo della nave “Aquarius” della ONG “SOS Mediterranée”, sulla quale per l’attività medica opera Medici senza Frontiere dell’Olanda. Egli è stato così testimone, nell’autunno scorso, di drammatiche operazioni di salvataggio portate a termine dalla nave e si è chiaramente espresso a sostegno dell’azione umanitaria delle ONG nel Mar Mediterraneo.
A conclusione, il dibattito è stato animato da svariate domande provenienti da un pubblico numeroso e interessato.