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No alle trivellazioni made in Italy


Le associazioni ambientaliste, con Legambiente in prima linea, hanno annunciato il ricorso al Tar del Lazio contro il decreto con cui il ministero dell’Ambiente ha dato il via libera alle trivellazioni nel mare delle isole Tremiti e in particolare al programma d’indagini sismiche proposto da Petroceltic Italia srl per l’individuazione e lo sfruttamento di giacimenti petroliferi sottomarini al largo delle coste abruzzesi, molisane e pugliesi, a soli 26 chilometri dalle coste delle Diomedee, un’area marina protetta.

Dito puntato nel ricorso contro i «numerosi vizi formali e sostanziali che inducono a dubitare della corretta individuazione e valutazione degli impatti ambientali che verrebbero arrecati all’ambiente marino», ma anche contro «il mancato coinvolgimento della Regione Puglia nella procedura». Inoltre secondo le associazioni ambientaliste la compagnia petrolifera avrebbe eluso l’obbligo di valutare gli impatti ambientali cumulativi, attivando più permessi di ricerca nella stessa zona di mare.

«È partita una “lottizzazione” senza scrupoli del mare italiano che non risparmia nemmeno le Aree Marine Protette. Una ricerca forsennata per individuare ed estrarre i 129 milioni di tonnellate che, secondo le stime del ministero dello Sviluppo economico, sono recuperabili dal mare e dalla terra italiani. Ma il gioco non vale la candela. Agli attuali ritmi di consumo, queste riserve consentirebbero all’Italia di tagliare le importazioni per soli 20 mesi, col serio rischio di ipotecare, invece, per sempre il futuro di intere aree di importante valenza naturalistica e turistica», commenta il responsabile scientifico di Legambiente Stefano Ciafani.

Nei giorni scorsi anche la Regione Molise ha presentato ricorso al Tar contro la concessione data alla Petroceltic, accodandosi alle città di Termoli e Vasto e alla Regione Puglia. Dalla Puglia è intervenuto anche il presidente Vendola dichiarando: «Le isole sono un patrimonio a rischio, eppure c’è chi pensa che lì sotto si debba cercare petrolio. Pensiamo che invece il petrolio sia sopra il mare: e la nostra regione lo sa, visto che il turismo è in controtendenza e cresce ovunque».

Fonte: Vita.it