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Una impegnativa meraviglia!

papa-francesco-udienza-generaleGaudet mater Ecclesia! ha esclamato papa Giovanni aprendo il Concilio Vaticano II nel 1962. Gaudet familia pacis! possono esclamare oggi operatori e operatrici di pace davanti al messaggio di papa Francesco “La nonviolenza: stile di una politica per la pace”, rinnovando la loro fedeltà al Vangelo di Cristo e rilanciando il loro impegno. Viviamo un’esperienza simile a quella provata da David M. Turoldo davanti a Giovanni XXIII e al Concilio: “quanto insieme abbiamo sofferto/ per questo dono inatteso/ La preghiera non fu vana/ e nulla si è perduto / non preghiamo più disperate preghiere” (Sensi miei, 1990, 362-363)
Siamo testimoni di una impegnativa meraviglia. Avvertiamo il soffio dello Spirito. Il Dio della pace supera le nostre aspettative e ci sorprende facendo germogliare i frutti di un lungo lavoro (anche del nostro lavoro), oltre i calcoli dell’efficienza. Ringraziamo commossi papa Francesco per rendere evidente una fecondità invisibile e inafferrabile che non può essere contabilizzata. Ognuno di noi diventa consapevole che “non va perduta nessuna generosa fatica, non va perduta nessuna dolorosa pazienza” e che quello che molti hanno seminato “circola attraverso il mondo come una forza di vita” (Evangelii gaudium 279).
Con il suo pontificato e con il Messaggio per la Giornata mondiale della pace del 1 gennaio 2017, Francesco porta a maturazione la sostanza di un multiforme impegno per la pace che ha tentato e tenta di coniugare etica, pedagogia, profezia e politica. Raccoglie il senso intimo di una variegata e ampia sperimentazione personale e collettiva seminata nel mondo. Sembra operare una sorta di ricapitolazione (per tante esperienze), di consolazione (per tante persone), di rigenerazione (per tutta la società). Convoca idealmente davanti alla Chiesa e al mondo l’azione costante e tenace, spesso contrastata o irrisa, di uomini e donne, testimoni del sogno di Isaia e delle Beatitudini di Cristo. Sono milioni di persone!, esclama il papa. In cammino, beati davanti all’Agnello! Davanti alla Chiesa! Davanti al mondo! Davanti a noi, come lampade per i nostri passi.
In questa direzione sviluppa le intuizioni di altri papi, tra i quali il riconoscimento di Giovanni Paolo II dell’attualità di Gandhi definito eroe dell’umanità e apostolo delle Beatitudini (febbraio 1986) e degli “esempi luminosi e profetici” offerti da “coloro che hanno improntato le loro scelte di vita al valore della nonviolenza” (1.1.2000). A sua volta, nel gennaio 2007 Benedetto XVI, citato ampiamente da Francesco, vede nelle beatitudini la “magna carta della nonviolenza cristiana”.
I precedenti del messaggio bergogliano del 1 gennaio 2017 stanno nei suoi gesti conviviali, nei suoi viaggi, nei suoi scritti. Significativo, in particolare, il messaggio al Convegno promosso da Pax Christi International e dal Pontificio Consiglio Giustizia e Pace (11-13 aprile 2016) sulla nonviolenza in cui auspica il “rinnovamento della testimonianza attiva della nonviolenza come ‘arma’ per conseguire la pace”. Al termine del Convegno è stato diramato un “Appello alla Chiesa Cattolica per promuovere la centralità della nonviolenza evangelica” al fine di superare in modo definitivo ogni teoria della “guerra giusta” e di cambiare il mondo. La Chiesa può riscoprire nella pace il suo unico vero annuncio, secondo l’accorato auspicio di Tonino Bello. Il messaggio del 1 gennaio 2017 diventa programma e sfida, completa un lungo itinerario, affronta le nuove sfide nel cambiamento d’epoca, custodisce le ragioni della speranza e riapre la storia della pace, cioè la storia della famiglia umana. La commozione della gratitudine convive con la nostra creativa inquietudine.

Sergio Paronetto,
vicepresidente di Pax Christi Italia

Natale 2016