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23-24-25 Giugno 2016, Bruxelles

internationalHo avuto l’onore (che poi si è rivelato anche e soprattutto un piacere) di partecipare al meeting organizzato da Pax Christi International a Bruxelles. Pax Christi è un movimento internazionale per la pace, suddiviso in diverse sezioni sparse in tutto il mondo – tra cui anche l’Italia. Nel mio piccolo, ho contribuito come traduttrice dall’inglese per la parte italiana.
Tre giorni intensi e ricchi di significato. Si è discusso di guerra, di immigrazione, di disarmo nucleare e tanto altro. Posso affermare che è raro prendere parte a eventi simili, tanto è che sono ancora umanamente e positivamente scossa. Incontrare persone che hanno ancora il coraggio di indagare e che sono aperte al confronto, trattare di argomenti che si sentono ogni giorno al telegiornale (ma senza “filtri”) accresce la curiosità verso la realtà e la voglia di intervenire. Ascoltare punti di vista provenienti da tanti Paesi ciascuno diverso l’uno dall’altro è quanto di più costruttivo una ragazza come me possa chiedere. A scuola non se ne parla, e il motivo cambia a seconda dell’insegnante: siamo troppo giovani per capire, nessuno sa davvero che cosa succede, il tempo è poco. Sono felice dunque di aver scoperto questo movimento che ha dedicato e dedica del tempo agli argomenti prima citati: uomini e donne che non temono il terrorismo, ma conservano piuttosto il forte desiderio di aiutare chi soffre, realizzandolo anche concretamente. Non ho parlato con politici che sfruttano la miseria di chi non si può ribellare a favore dei propri scopi, bensì con chi è immerso in queste realtà e lavora affinché tutti possano guardarle per ciò che sono e contribuire a migliorarle.
 Per tre giorni ho respirato aria di generosità, solidarietà e spirito d’iniziativa, lontano dall’odio e dall’egoismo che purtroppo ci vengono instillati quotidianamente al fine di una misera campagna elettorale.

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Voglio ringraziare con tutto il cuore chi mi ha affiancata durante questa esperienza, e non trovo modo migliore di farlo se non personalmente, ognuno per le sue caratteristiche.
Grazie a Beth e Javier, i primi due giovani volti dello staff che mi hanno subito accolta e rassicurata.
Grazie a Greet per essersi resa sempre disponibile, qualunque fosse la mia necessità.
Grazie a Bart per avermi esplicitamente chiesto di parlare italiano con lui così che potesse metterlo in pratica e tirare un po’ il fiato dall’inglese; grazie anche per avermi aiutato con il check-in online e per aver maledetto insieme a me la tecnologia. “Old school, good school!”
Grazie a José dal Sud America, per avermi incoraggiata, per aver sostenuto la mia campagna sulla birra e per essersi indignato dopo aver saputo che nella sezione Italia è richiesta una certa età per poter essere attivi. “Saresti un’ottima candidata, invece!”
Grazie al vescovo Kevin dal Sudafrica, per aver condiviso i suoi anni di esperienza e lavoro, grande fonte d’ispirazione da emulare. “Nonviolenza” è un termine più pratico di quanto molti pensino.
Grazie a Marie dagli Stati Uniti, per la sua voglia di collaborare anche con Paesi le cui istituzioni (a cominciare dal Governo) sono poco collaborative come nel caso dell’Italia e per la sua fiducia nelle mie capacità.
Grazie a Pat e Ann dall’Inghilterra, per la calda accoglienza e per aver sopportato le nostre battute dal sapore tutto italiano sulla Brexit.
Grazie a Carmen dall’Uruguay, per avermi fatto conoscere e resa partecipe di un rito tradizionale uruguayano: “el mate”, una infusione di fraternità alle erbe. Da non confondere assolutamente con quello argentino!
Grazie a Rania dalla Palestina, per avermi contagiata con la sua volontà di intervenire e di intervenire subito. La guerra non aspetta nessuno.
Grazie a Johnny dagli Stati Uniti, indignato dal culto americano delle armi e favorevole a una collaborazione con l’Italia, altro Paese tutt’altro che innocente in fatto di industria bellica. È anche un ottimo fotografo: grazie per le foto che hai scattato, un bellissimo ricordo!
Grazie a Martha attiva in diverse zone dell’America Latina (Cile, Colombia, Perù…), per essere stata tanto positiva nei miei confronti da definirmi “la nuova generazione di Pax Christi”.
Grazie a Tony dall’India ma residente in Irlanda, per i suoi complimenti verso il mio inglese e il mio lavoro sebbene io mi sentissi piccola in un contesto così grande. Grazie anche per avermi aggiornato su Dublino, ho sempre voluto farci un salto.
Grazie a Freek dall’Olanda, per aver dimostrato che è possibile esporre la situazione del proprio Paese nella bellezza di sessanta secondi (il suo cronometro non guardava in faccia a nessuno). Che sia di lezione a quei politici che non solo impiegano un anno per svelare un fatto, ma lo mascherano anche. Dovrebbero imparare dal suo “Protestant pragmatism”.
Grazie a Kevin dalla Nuova Zelanda, disposto a sacrificare una tranquilla colazione per discutere con me delle situazioni economico-politiche dei nostri due Paesi. Quando mi ha chiesto dell’Italia e io ho messo le mani nei capelli, prima ha riso, poi mi ha lasciato il suo biglietto da visita per dirmi di andare in fretta a trovarlo. Sarò presto lì, ne sono certa!
Grazie a Jonathan da Ginevra, per essersi unito a noi a cena e per averci raccontato episodi e storie che non arrivano alla televisione. Grazie anche per l’ammirevole lavoro che svolgi all’ONU a nome di tutti noi.
Grazie a Marino da Imola ma presente per conto della Francia. Sei un vulcano di energia positiva, la stessa che ci ha rassicurato e rallegrato a Bruxelles. Continua a dimostrare che non si è mai troppo giovani per agire e che la società ha bisogno di noi, specie quando si tratta di Libera e UNESCO! Sono curiosa di sapere come procedono i tuoi studi: ogni tanto aggiornami, magari di fronte a un buon caffè russo o a una gaufre.
Infine, ultimo ma decisamente non ultimo, don Renato dall’alto della sua Cesara: grazie per avermi offerto questa opportunità internazionale che non dimenticherò mai. Hai combattuto contro la spalla lussata solo per sentire una traduzione neanche troppo azzeccata, capitare in un bar sospetto e camminare sotto il diluvio con la gamba dolorante. Un po’ mi dispiace… Però devi ammetterlo: avrai anche incontrato il Papa, ma nessuno ti offre un confronto in ambito religioso quanto me!
Grazie anche a coloro che non ho citato ma che mi hanno comunque supportata; spero di avere altre occasioni per approfondire la vostra conoscenza e scambiare qualche parola in più.

Insomma, davvero grazie a tutti per questi tre giorni di simpatia, di cultura, di informazione e, per quanto mi riguarda, di crescita.

Lucia Mora