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La Puglia militarizzata

Eurofighter Typhoon a Gioia del Colle
Eurofighter Typhoon a Gioia del Colle

La Puglia militarizzata

Il coordinamento sud di Pax Christi ha elaborato un dossier sulle basi militari presenti nel sud Italia. Qui riportiamo la parte che riguarda la Puglia.
Si può richiedere l’intero dossier a Mosaico di Pace che ne ha curato la pubblicazione.

Nella Puglia dal 1999 è avvenuto un notevole ridimensionamento della presenza militare, a causa di radicali tagli di spese e riorganizzazioni a fronte di nuovi concetti strategici di impiego delle FFAA e del gravoso impegno alla cosiddetta “guerra al terrorismo internazionale” post 11 settembre e dove innumerevoli sono le ex-caserme, servitù militari, ex-depositi, ex-basi USA e NATO che sono state cartolarizzate, poste in vendita o trasferite o in fase di trasferimento al demanio civile o addirittura date in uso ad organizzazioni internazionali come l’ONU.

Puglia Felix , quindi? Al contrario!
Dall’esperienza del ’99 che vide le infrastrutture civili e militari, porti, ferrovie, aeroporti direttamente al servizio delle esigenze belliche della NATO, sono stati tratti gli insegnamenti per un modello standard di militarizzazione da applicare in ogni parte del territorio nazionale ovunque sia necessario.

La Marina Militare in Puglia
Taranto
Taranto e le strutture che vi ruotano intorno come l’Arsenale, le Scuole di specializzazione, i depositi di carburante e munizioni, è il porto della Squadra Navale per eccellenza, quella delle Forze di Altura (ex Terza Divisione Navale), il cui intervento all’estero è stato una costante in questi 15 anni, non ultimo l’ intervento “umanitario” in Libia.
Tra le navi presenti, il cacciatorpediniere lanciamissili Nimbelli, l’Andrea Doria, la portaeromobili Garibaldi, con la dote di aerei Harrier ed elicotteri che hanno base nell’unico aeroporto gestito dalla nostra Marina Militare, quello di Grottaglie in provincia di Taranto, sede del 1° Gruppo Aereo (GRUPAER) con 16 aerei a decollo verticale AV-8B e di MARISTELI (gruppo elicotteri imbarcati) con 18 velivoli SH-3D/H. L’impegno internazionale della Marina ha come contropartita lo sblocco dei fondi per i nuovi velivoli F35 che la Cavour dovrebbe ospitare, essendo ormai usurati gli AV-8 Plus. Se questi fondi non arrivassero, la Cavour declassata a nave portaelicotteri e portacontainer, sarebbe un colossale spreco di miliardi.
Nella stazione marittima di Taranto c’è anche il deposito NATO NAMSA: una importante struttura logistica inserita a supporto della disponibilità della nuova Base Navale della Marina Militare di Chiapparo con il compito di ospitare navi e sommergibili a propulsione nucleare, ma anche le apparecchiature radio-satellitari ad uso del Pentagono e dei sistemi di Controllo e Comando C4I
Brindisi
Ma la Marina in Puglia non è Taranto, c’è anche il porto di Brindisi.
Esso, un tempo sede di un prestigioso comando del basso Adriatico integrato nella forza Nato, da alcuni anni ha subito un profondo ridimensionamento nella struttura di combattimento, anche a causa di tagli finanziari ed è oggi sede solo del Comando della Forza da Sbarco. Le tre nuove navi da sbarco” San Giorgio”, “San Marco“ , San Giusto” ne sono il fulcro, al quale si affiancano i mezzi da sbarco, gli automezzi e i blindati della Brigata San Marco, forza d’elite della Marina, ospitata nella nuova caserma Carlotto a pochi chilometri da Brindisi.
Oggi in questa caserma alloggiano i reggimenti San Marco (anfibio) e Carlotto (logistico) veterani del Kosovo, Albania, Indonesia, Bosnia, Somalia, Iraq, Afghanistan, Libano, Libia, ma anche impiegati nelle operazioni di controllo dei flussi migratori come Mare Nostrum, con gli arrivi quotidiani su navi militari presso il Porto di Taranto, ed in passato nel sedare, con le altre forze di polizia, le numerose rivolte avvenute nel passato nel CIE di Bari e di Restinco, sito a poche centinaia di metri dalla Caserma Carlotto.
Invece lo storico Arsenale di Brindisi è ormai in definitiva dismissione, pronto ad aggiungersi alle tante altre servitù disseminate lungo il litorale.
L’Aeronautica militare e la Puglia.
Anche quest’Arma ha subito profondi cambiamenti in questi 15 anni che ci separano dalla guerra del Kosovo pur mantenendo un assetto degno di rilievo nell’importanza e nella qualità di mezzi e reparti presenti sulle basi pugliesi. Nell’ultimo piano della spending review, Gioia del Colle e Amendola, risulteranno dal 2015 gli unici aeroporti realmente operativi (combat-ready) nel Sud Italia (pur inseriti in due diverse tipologie di impiego e messi a disposizione della NATO in caso di crisi come avvenuto già in quella libica).
Gioia del Colle
Il 36° stormo di Gioia del Colle, mandati in pensione gli F104 (le bare volanti), nel 2007 ha visto il XII Gruppo Caccia Intercettori dotarsi del nuovo caccia europeo Eurofighter, il Typhoon, fiore all’occhiello della nostra industria aeronautica e punta di diamante della difesa aerea del territorio nazionale. Dal 10 settembre 2012 sul sedime di Gioia del Colle è stato dislocato l’84° Centro C/SAR (Combat Search and Rescue) proveniente da Brindisi
Amendola
L’aeroporto di Amendola (Foggia) è alle dipendenze del 32° Stormo “Armando Boetto”, dove operano il 13° Gruppo Caccia Bombardieri su AMX, il 101° OCU (Unità di Conversione Operativa) su AMX-T, il 28° Gruppo Velivoli Teleguidati, il Gruppo Efficienza Aeromobili (costituito il 10 dicembre 2002), il 432° Gruppo STO (Servizi Tecnico Operativi), il 532° Gruppo SLO (Protezione delle Forze), il Gruppo Difesa con la 732a Batteria SPADA, e la 632a Squadriglia Collegamenti con gli elicotteri NH-500E.
Compito degli AMX del 32° Stormo sono le missioni di controaviazione e interdizione, nonché il supporto aereo alle forze terrestri e navali, impegnati spesso in missioni di sorveglianza armata. Ricordiamo che i suoi aerei parteciparono alla distruzione della catena radar della difesa serba nella guerra del Kosovo.
Il 101° Gruppo OCU, invece, svolge l’addestramento operativo e la standardizzazione dei piloti della linea AMX dell’A.M, ma anche di piloti di forze aeree alleate, come inglesi, americani, qualificandoli come comandanti di squadriglia di F-16.
Ma non solo, il 101° qualifica per le certificazioni dei piloti al rifornimento in volo dagli aerei KC130J, operazione importantissima necessaria per condurre azioni di guerra o trasferimento di reparti a distanze elevate dalla base di origine (così avvenuto per le operazioni sulla Libia, ma come si prevede per la guerra contro l’ISIS in Siria ed in Iraq ).
Il 28° Gruppo Velivoli Teleguidati, dotato di aeromobili UAV RQ-1A “Predator”, completa e integra le capacità di ricognizione e sorveglianza dell’Aeronautica Militare. E’ proprio questo particolarissimo reparto che oggi pur operando in Afghanistan con un record di migliaia di ore di volo, è stato chiamato un mese fa dal governo nella nuova missione anti-ISIS, con l’invio di due droni e relativo personale ad Erbil nel Kurdistan iracheno.
Un aeroporto, quello di Amendola, che lavora a pieno contatto con le industrie nazionali del settore nella sperimentazione dei prototipi, come ad esempio il caso di una lunghissima missione teleguidata via satellite da Foggia sino in Sardegna e, nel 2007, la simulazione di rifornimento in volo tra il robot volante Sky-X della Alenia Aeronautica e un C27J.
E’ lo stesso stormo che ha fornito il suo occhio per sorvegliare sulla sicurezza dei G8 riuniti all’Aquila nel 2010 e, si presume, che molto presto potrà essere riconvertito dal ruolo ricognitore a quello di “ricerca e distruggi”, con l’imbarco di missili teleguidati sui nuovi Predator in fase di acquisto dagli USA.
Altre missioni nelle quali il 28° gruppo sarà impiegato sono quelle del controllo dei flussi migratori, ma anche quello della lotta alle fonti di inquinamento, alle discariche abusive, dopo un protocollo di intesa siglato con la giunta Vendola.
Galatina (Lecce)
Non è solo Amendola l’aeroporto militare pugliese che lavora nell’ottica della Difesa S.P.A., poiché c’è quello di Galatina, sede della scuola di specializzazione al volo fase III e IV, che, nei programmi di generali ed industriali, dovrebbe divenire la vetrina pubblicitaria dei nostri prodotti chiavi in mano, con la possibilità dell’acquirente di provare sul posto il prodotto che vuol acquistare, garantendo manutenzione, assistenza e formazione del personale di volo. Un connubio strettissimo, in cui una parte delle spese del personale dell’aeroporto leccese, di fatto, sarebbero coperti dalla nostra industria aeronautica, che si accollerebbe i costi gestionali di questo sistema chiavi in mano del prodotto aeronautico italiano ed in particolare del nuovo addestratore della Alenia M346.
E’ un programma ardito, quello di cui si farebbe carico il 61° stormo di stanza a Galatina, che la porterebbe a divenire l’equivalente della base americana di Sheppard e del suo programma Joint Jet Pilot Training (ENJJPT). Una decisione in proposito è connessa alle scelte dell’AEJPT ( Advanced European jet Pilot Training) programma che sta per coinvolgere 10 paesi europei e che vede candidate una base francese e una turca. Ciò farebbe di Galatina la terza base europea candidata a questo programma, che si affiancherebbe alla formazione del personale estero (prevalentemente paesi arabi del Golfo) per il nuovo Jet dell‘Alenia Aermacchi. A supporto di questo programma sono da evidenziare le autorizzazioni pervenute dalla Regione per gli ampliamenti di piste, edifici ed infrastrutture a fronte di un prospettato aumento di occupazione lavorativa nel territorio.

L’esercito Italiano e la Puglia
La presenza dell’esercito è particolarmente concentrata nelle province di Bari e di Lecce. In quest’ultima, sempre terra di emigranti e di forte disoccupazione, la presenza di scuole di formazione militare è punto di richiamo per chi vuole scegliere la carriera nell’Esercito e aspirare al “posto sicuro” nell’Amministrazione dello Stato.
Bari è sede del comando della Brigata Meccanizzata “Pinerolo” con relativi distaccamenti presso:
9º Reggimento fanteria “Bari” (Trani)
7º Reggimento bersaglieri (Altamura)
82º Reggimento fanteria “Torino” (Barletta)
21º Reggimento artiglieria terrestre Semovente “Trieste” (Foggia)
11º Reggimento genio guastatori (Foggia)
10° Reggimento Trasporti (Bari)
Si tratta di reparti di prim’ordine dotati dei mezzi più moderni in dotazione al nostro esercito quali, per esempio, i blindati Freccia e i nuovi fucili Beretta ARX160, inseriti nel progetto Soldato Futuro, pubblicizzato, con la dovuta enfasi, negli stand dedicati all’E.I. nelle ultime edizioni della Fiera del Levante di Bari.
L’Esercito ha nella scuola di truppe corazzate di Lecce il suo gioiello della formazione, ma anche il suo ufficio di propaganda e reclutamento diffuso sul territorio organizzando visite guidate, conferenze presso Università e scuole superiori. In questo contesto andiamo ad interpretare il dato che vede la Puglia interessata dal maggior numero dei Rap Camp e delle altre attività pubblicitarie e di avvicinamento ai giovani alle Forze Armate svoltesi negli mesi estivi, come gli Info Team.
I poligoni militari
Alta Murgia:
Utilizzati principalmente dall’Esercito ed in particolare dai reparti della Pinerolo di stanza a Bari.
Torre di Nebbia, con un’estensione di diecimila ettari risulta essere uno dei più grandi poligoni d’Italia e si affianca agli altri 4 poligoni esistenti sull’Alta Murgia: Parisi Vecchio, Sentinella, Buoncammino e Monte Scorzone.
Alcuni di questi, come il caso di Torre di Nebbia e di Parisi Vecchio, risultano essere stati sottoposti, di recente, ad ordinanze di sgombero da parte delle autorità militari per effettuare esercitazioni sul campo.
Poligoni nel Salento:
Torre Veneri corre lungo un fronte circa tre chilometri, tra il Parco di Rauccio e l’Oasi Naturale delle Cesine. Il poligono è nella Caserma Floriani, e fa parte della Scuola Truppe Corazzate di Lecce.
E’ oggetto di esercitazioni interforze e NATO. L’ultima, conclusasi il 17 ottobre 2014, la Eagle Joker 14, ha visto la partecipazione di oltre 270 mezzi, 200 container, 2 vettori navali, quattro aerei e con di 1600 uomini appartenenti alle 15 nazioni che compongono il comando Nrdc-Ita (Rapid deployable corps-Italy). Una esercitazione in cui non si è sparato un colpo, segno che le numerose denunce e interpellanze relative all’uso di munizioni speciali anche all’uranio impoverito e conseguenti inchieste della magistratura hanno prodotto una maggiore sensibilità “ambientale” delle autorità militari.
Punta Contessa, sito a pochi chilometri dall’area industriale di Brindisi e a ridosso della Centrale a Carbone di Cerano, poligono usato in passato dall’aeronautica Militare, risulta oggi di fatto non in utilizzato per esercitazioni a fuoco o con lancio di ordigni.
Le servitù militari
Anche in questo campo vi è stata una vera rivoluzione sotto la spinta delle necessità di fare cassa da parte dei governi in carica negli ultimi anni. Il Ministero della Difesa in questa operazione, è risultato sempre meno recalcitrante, riservandosi i diritti su particolari beni, quali l’edilizia dedicata al personale militare in servizio o in pensione, quelle di maggior pregio e alcuni poligoni militari.
Tra le servitù militari vanno ricordate le specifiche aree riservate alle esercitazioni aeree e navali in mare aperto, al largo di Taranto, del Canale di Otranto, nel golfo di Manfredonia e al largo delle isole Tremiti. In questa particolare area a ridosso del Gargano vi sono i corridoi aerei e zone di addestramento dei velivoli senza pilota Predator di stanza ad Amendola.
In seguito alla guerra di Libia questi corridoi si sono estesi costeggiando la Puglia, la Sicilia, giungendo sino ai poligoni di Capo Teulada in Sardegna. Zone teoricamente lontane da centri abitati e quindi a basso rischio, ma dobbiamo ricordare che uno di questi Predator è andato perduto per cause sconosciute in un’area tra la Puglia e il Molise.
Giova evidenziare come molte servitù militari non operative siano sempre pronte ad essere riutilizzate come discariche di rifiuti da militarizzare, o, tuttora, utilizzate come strutture di accoglienza e/o reclusione per i migranti, rispettivamente nei C.A.R.A. o nei C.I.E. della regione.
Così è accaduto a Restinco (BR) dove un ex-deposito dell’Esercito, a seconda dei governi in carica è stato convertito in struttura carceraria\identificazione\accoglienza per migranti. o come i CARA di Bari Palese, nell’area dell’Aeroporto Militare, e Borgo Mezzanone (FG), anch’esso ex-servitù militare.

Brindisi e la Grande Base Logistica dell’ONU (UNLAB)
Dal 1994, con un accordo firmato dal ministro Previti, ma preparato precedentemente durante il ministero D’Alema come strumento di scambio affinché l’Italia avesse un posto semi-permanente, (mai ottenuto) presso il Consiglio di sicurezza dell’ONU, l’Aeroporto militare di Brindisi ospita la più Grande base Logistica delle Nazioni Unite (UNLAB), unica struttura esistente al mondo per il supporto delle missioni dei “caschi blu”.
Sede dei depositi del Programma Alimentare mondiale (WFP, World Food Programme), alla luce degli ultimi accordi sottoscritti tra l’Italia e l’ONU, è destinata a diventare il più grande centro di comando e controllo delle operazioni “di pace” delle Nazioni Unite. E’ dotata di un modernissimo sistema di comunicazioni radio e trasmissione dati via satellite, che permette di essere in collegamento costante sia con tutti i teatri di intervento ONU, che con la sede del Palazzo di Vetro di NY.
Ultimamente parte dei materiali che erano stati stoccati all’aperto e negli hangar corazzati dell’AM, usufruiscono dei nuovi depositi costruiti all’interno dell’aeroporto e nell’ex aeroporto militare di San Pancrazio, e dopo la visita del segretario generale Onu Ban Ki Moon, l’Onu ha preso possesso di parte dell’ex base USAF di san Vito dei Normanni, mettendo una pietra definitiva sulle richieste della società civile brindisina e dell’associazionismo che chiedevano che tale struttura, di 130 ettari, fosse destinata ad un grande centro polisportivo, universitario ed ad un museo della Guerra Fredda.
Di fatto con la presenza ONU si è istituita una grossa servitù “militare internazionale” nel territorio brindisino.
Non risulta superfluo, in conclusione, far riferimento al Protocollo d’intesa tra Ministero della Difesa e la Regione Puglia per il coordinamento comune delle attività militari presenti nel territorio della regione, siglato il 19 giugno 2014.
Tale atto, sottoscritto, in forma differente anche dalla Regione Friuli Venezia Giulia (ma non dalla Regione Sardegna), in occasione della Conferenza Nazionale sulle servitù militari, nonostante ponga le premesse per una collaborazione tra Regione e Ministero al fine di salvaguardare dal punto di vista ecosistemico i territori sottoposti all’impatto delle operazioni addestrative delle FF.AA., sembra far soggiacere qualsiasi, seppur timido, impegno alle “esigenze istituzionali militari”, come, a più riprese, viene ribadito nel testo.