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4 novembre: Vittoriosa conclusione ?

fineIWW“La ricorrenza del 4 novembre è legata alle commemorazioni istituzionali che evocano la vittoriosa conclusione della 1ª Guerra Mondiale, 4 novembre 1918.”  E’ quanto si legge sul sito del Ministero della
Difesa!  Ma come si fa a parlare ancora di vittoria?

Oltre 650.000 i morti solo tra i militari italiani. Complessivamente la prima Guerra Mondiale ha causato circa 26 milioni di morti tra militari e civili.

Non c’è nulla da festeggiare, se non la fine di “un’inutile strage” (Benedetto XV, 1917).

C’è un sito che merita di essere consultato soprattutto in questi giorni, aiuta a capire cosa è stata davvero la prima guerra mondiale: www.inutilestrage.it.

Ma le guerre continuano. Francesco a Redipuglia lo scorso anno disse : Anche oggi le vittime sono tante… Come è possibile questo? E’ possibile perché anche oggi dietro le quinte ci sono interessi, piani geopolitici, avidità di denaro e di potere, c’è l’industria delle armi, che sembra essere tanto importante! E questi pianificatori del terrore, questi organizzatori dello scontro, come pure gli imprenditori delle armi, hanno scritto nel cuore: ‘A me che importa?’.”

E il mercato delle armi è fiorente. In questi giorni abbiamo visto partire dall’aereoporto di Cagliari una grande quantità di bombe e munizioni con destinazione Arabia Saudita! Come Pax Christi ci uniamo all’appello di Rete Disarmo e altri per chiedere di sospendere l’invio di bombe e armamenti a tutti i paesi militarmente impegnati nel conflitto in Yemen”.   (www.disarmo.org/rete/a/42271.html).

Si sta concludento in questi giorni l’esercitazione della NATO “Trident Juncture 2015” , la più grande esercitazione della storia moderna della Nato. 

No, non abbiamo imparato molto. C’è chi ancora oggi fomenta una cultura di guerra, magari anche nei discorsi ufficiali della celebrazione del 4 Novembre: invece di parlare di morti si parla di eroi, invece di condannare la guerra, si celebra l’orgoglio nazionale magari invocando anche la benedizione di Dio che “renda forte le nostre armi”.  Poi c’è chi chiede scusa, come Bush e Blair sulla guerra in Iraq: ‘scusate, abbiamo sbagliato’. E tutto finisce lì.

Ce n’è di strada da fare. Ma ci mettiamo in cammino con convinzione, con le tante persone che credono che “Un’altra difesa è possibile” , la Campagna che ha depositato in Parlamento la proposta di legge di iniziativa popolare per l’istituzione e il finanziamento del Dipartimento per la difesa civile.

C’è bisogno di lavorare per una cultura di pace, e proprio il numero di novembre di Mosaico di Pace (rivista promossa da Pax Christi e fondata da don Tonino) dedica editoriale e dossier alla guerra e ai conflitti dimenticati.(www.mosaicodipace.it)

E poi c’è l’appuntamento il 31 dicembre a Molfetta per la marcia per la pace !

Ci proviamo anche a continuare il cammino di confronto con i Cappellani Militari: appuntamento il 7 Novembre alla Casa per la Pace di Firenze. (www.paxchristi.it/?p=11036)

E’ un 4 novembre che ci deve trovare vigilanti. Attenti a non cadere nella trappola della retorica, e degli affari, che sempre accompagnano ogni guerra!

E’ un 4 novembre di lutto, nel ricordo di tutte le vittime. Altro che ricordare una vittoria!

Ci aiutano le parole di Pier Paolo Pasolini, che parlava della necessità di “educare le nuove generazioni al valore della sconfitta. Alla sua gestione. All’umanità che ne scaturisce. A costruire un’identità capace di avvertire una comunanza di destino, dove si può fallire e ricominciare senza che il valore e la dignità ne siano intaccati”.

4 novembre 2015                                                                                                                                                                                                                                                                                                       d. Renato Sacco,  coordinatore nazionale di Pax Christi

Contatti:

Segreteria Nazionale di Pax Christi:   055/2020375 info@paxchristi.it

Coordinatore Nazionale di Pax Christi:   d. Renato Sacco   348/3035658   
drenato@tin.it

Preghiera preparata da Pax Christi tratta da due discorsi di papa Francesco: Redipuglia, 13.9.14; Roma, 26.10.15

Mentre tu, o Dio, porti avanti la tua creazione, e noi uomini siamo chiamati a collaborare alla tua opera, la guerra distrugge. Distrugge anche ciò che tu hai creato di più bello: l’essere umano. La guerra stravolge tutto, anche il legame tra i fratelli. La guerra è folle, il suo piano di sviluppo è la distruzione: volersi sviluppare mediante la distruzione.

Dio della pace, facci comprendere la follia della guerra!

Purtroppo si va intensificando oggi la violenza e si moltiplicano i teatri di guerra in diverse aree del mondo, l’Africa, l’Europa ed il Medio Oriente. Stiamo vivendo una “terza guerra mondiale a pezzi”. La guerra sfigura i legami tra fratelli, tra nazioni; sfigura anche coloro che sono testimoni di tali atrocità. La guerra lascia sempre un segno indelebile.

Dio della croce, lenisci le ferite della guerra!

La cupidigia, l’intolleranza, l’ambizione al potere, sono i motivi che spingono avanti la decisione bellica, e sono spesso giustificati da un’ideologia; ma prima c’è la passione, c’è l’impulso distorto. L’ideologia è una giustificazione, e quando non c’è un’ideologia, c’è la risposta di Caino: “A me che importa?”. «Sono forse io il custode di mio fratello?» (Gen 4,9). La guerra non guarda in faccia a nessuno: vecchi, bambini, mamme, papà… “A me che importa?”.

Dio fratello di ogni uomo, fa che ci prendiamo cura gli uni degli altri!

La guerra è in sé stessa disumanizzante e come cristiani, restiamo profondamente convinti che lo scopo ultimo, il più degno della persona e della comunità umana, è l’abolizione della guerra.

Dio della vita, donaci il coraggio di abolire la guerra!

Dietro le quinte ci sono interessi, piani geopolitici, avidità di denaro e di potere, c’è l’industria delle armi, che sembra essere tanto importante! E questi pianificatori del terrore, questi organizzatori dello scontro, come pure gli imprenditori delle armi, hanno scritto nel cuore: “A me che importa?”. Questi affaristi della guerra forse guadagnano tanto, ma il loro cuore corrotto ha perso la capacità di piangere.

Dio della pace, ferma i pianificatori del terrore e gli imprenditori delle armi!

Dobbiamo sempre impegnarci a costruire ponti che uniscono e non muri che separano. Dobbiamo sempre aiutare a cercare uno spiraglio, mai cedere alla tentazione di considerare l’altro come un nemico da distruggere, ma piuttosto come una persona, dotata di intrinseca dignità, creata da Dio a sua immagine.

Dio degli uomini, fa che non ci stanchiamo di ricordare che «ciascuno è immensamente sacro»!

papa Francesco