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Atti aggressivi: il riarmo nucleare in Europa e l’esercitazione NATO nel Mediterraneo

Le affermazioni di Papa Francesco, riguardo una Terza Guerra Mondiale già in atto, sono accompagnate sempre più da eventi che ne confermano la giustezza di analisi. Fra le altre cose, risulta infatti che gli USA abbiano ammodernato le testate nucleari denominate B61 che dovevano essere rimosse e smantellate. I nuovi ordigni B61-12 sono adesso dotati di sistemi di puntamento e verranno spedite in Europa. La stessa Italia ne ospiterà alcune ad Aviano dove immagini satellitari rivelano i lavori in corso.

L’altro evento, già annunciato a Settembre anche da Verba Volant, è l’esercitazione della NATO ‘Trident Juncture’, la più grande dalla seconda Guerra Fredda. Essa è partita in sordina senza nessun clamore mediatico con la presenza di truppe Ukraine. Esse oramai gravitano nell’orbita NATO da anni, nella ignoranza della maggioranza dell’opinione pubblica, spesso poi guidata ad imputare alla Russia intenti imperialistici.

Gli USA hanno pure armato le ex repubbliche baltiche come la Lettonia, notizia dei giorni scorsi. La NATO, da non confondersi mai con l’ONU come spesso si tende a fare, d’altro canto si è pure allargata inglobando molti degli stati già aderenti al Patto di Varsavia. E lo scudo euro-atlantico promosso oramai da alcuni anni dagli USA stessi si trova perciò a circondare la Russia. Cosa questa pure poco nota al grosso pubblico.

Tutto questo è certamente grave ma la cosa ancor più preoccupante è leggere questi atti, indubbiamente aggressivi, alla luce di documenti prodotti agli inizi degli anni ’90 negli USA. In seguito alla caduta del Muro di Berlino, i governanti statunitensi erano preoccupati di impedire la crescita di entità che potessero opporsi al loro oramai incontrastato dominio militare, se non a livello globale quantomeno a livello regionale. Questo poteva infatti ridurre la possibilità di aprovigionarsi a prezzi stracciati di tutte le materiae prime.

Il libro di Manlio Dinucci ‘L’arte della guerra’, appena uscito per Zambon, illustra precisamente come tutto quello descritto in quei documenti abbia poi avuto luogo quasi verbatim. In particolare il nuovo ruolo della NATO, passata a difendere gli interessi e non i territori degli stati aderenti, e persino il ruolo della NATO teso a ingabbiare la nascente Europa Unita sotto il comando statunitense, in quanto un potenziale concorrente.

Negli stessi anni anche la difesa italiana veniva riorientata secondo gli stessi principi, cioè verso la difesa degli interessi nazionali ovunque essi fossero, in barba all’articolo 11 della Costituzione. La banale differenza sta solo nel fatto che l’Italia si è rivelata forse il più prezioso alleato USA, privo di qualsiasi remora ad eseguire il compito affidatole anche quando le azioni militari o aggressive della NATO le hanno in realtà causato danni economici ingenti, come in Libia e in Ukraina.

L’informazione negli USA è sempre molto più puntuale di quella italica, che tende a non riportare dichiarazioni come quelle della Clinton che ha dichiarato che l’ISIS è una creatura loro. Del resto altre in passato sono state ignorate come il ruolo USA nella creazione dei mujaidin, i talebani, AL Qaeda, e le bande armate anti Gheddafi.

La storia insegna proprio questo: i popoli vassalli sono da tenere più all’oscuro dei popoli dominanti, in caso avessero rigurgiti di orgoglio e si rifiutassero dei servire.

(FD)